Verso Codice Rocco 2.0 – Vietato lottare

La Cub resta una organizzazione fuori da ogni logica neocorporativa, resta conflittuale perché considera questa l’unica opzione possibile per difendere le classi subalterne.

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La sicurezza che serve è quella sul lavoro

E’ ricorrente usare leggi per limitare il diritto di scioperare, lottare, manifestare, unico strumento a disposizione dei lavoratori, degli studenti e dei ceti popolari per difendere e possibilmente migliorare le proprie misere condizioni di vita.
L’ideona di creare strumenti necessari per riportare all’ordine tutte le realtà ed esperienze di lotta, per prevenire e stroncare sul nascere i futuri, inevitabili conflitti sociali ora la usa anche il governo Meloni, che all’insediamento ha promesso solo ai padroni di “non disturbare chi vuol fare.”

Tale decisione nasce da una pesante congiuntura politica costituita da una storica emergenza sociale fatta di bassi redditi, occupazione scadente e precaria, sanità sempre meno disponibile, crisi abitativa, da una legge di bilancio da costruire con tanta austerità anche per l’obbligo del rientro dal debito imposto dall’Europa e dal clima di guerra che diventa ogni giorno più pesante, violento e pericoloso.

Grave la situazione in Medio Oriente dove sono decine di migliaia i morti e dove Israele punta a cancellare il popolo palestinese, attacca i paesi circostanti cosciente di godere di una sostanziale impunità.

Grave la situazione in Ucraina dove si rischia sempre più uno scontro nucleare che coinvolgerebbe tutti gli stati europei.
Questa sempre più marcata tendenza alla guerra sul fronte esterno, richiede sul fronte interno un contesto sociale pacificato. La legge alza l’asticella dei reati e delle pene per colpire le manifestazioni contro le guerre, le proteste contro le grandi opere, i picchetti e le forme di lotta come i blocchi stradali e le occupazioni di case sfitte.

Punisce qualsiasi forma di protesta e di resistenza, anche passiva, nelle carceri e nei Centri di reclusione degli immigrati senza permesso di soggiorno, perfino contro le proteste dei familiari; istituisce il reato per terrorismo della parola per colpire perfino gli scritti che inneggiano alla lotta; punisce duramente ogni forma di resistenza verso forze di polizia alle quali si riconosce il diritto ad avere anche un’arma personale! Per finire porta in carcere anche donne incinte!

Cub contrasterà tale legge e si augura che il senato non approvi il testo votato dalla camera; valuterà punto per punto la versione definitiva della legge per assumere adeguate contromisure e si attiverà anche con le altre organizzazioni di base per difendere il diritto di lavoratori, pensionati, studenti e ceti popolari ad usare il conflitto per regolare gli interessi contrapposti propri della società capitalista.

La Cub resta una organizzazione fuori da ogni logica neocorporativa, resta conflittuale perché considera questa l’unica opzione possibile per difendere le classi subalterne. Con questa convinzione continuerà a sostenere tutte le lotte in corso in tutte le loro forme. I lavoratori quando lottano hanno valide e irrinunciabili motivazioni e non sono mai un pericolo pubblico; la scelta di imporre nelle fabbriche, nelle scuole, nella società tutta una politica repressiva è una scelta autoritaria, destinata solo a far crescere lo scontro sociale, perché segna l’incapacità di chi governa ad affrontare e risolvere i problemi che angustiano il paese.

In fatto di sicurezza, consigliamo di affrontare quella necessaria sul territorio in fatto di alluvioni, frane e siccità e quella sui luoghi di lavoro, che hanno sicuramente una maggiore urgenza

Milano, settembre 2024

Confederazione Unitaria di Base di Milano e prov.

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