Rinnovo CCNL Turismo Industria: le novità

E’ stato sottoscritto il rinnovo del CCNL Industria Turistica tra CGIL – CISL – UIL e le associazioni datoriali Federturismo Confindustria e Aica.

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E’ stato sottoscritto il rinnovo del CCNL Industria Turistica tra CGIL – CISL – UIL e le associazioni datoriali Federturismo Confindustria e Aica. È stato previsto un incremento della paga base di 200 euro lordi al livello C2, riproporzionato per gli altri livelli, in quattro tranche:

  • Gennaio 2025: 85 euro lordi
  • Giugno 2025: 30 euro lordi
  • Maggio 2026: 35 euro lordi
  • Aprile 2027: 50 euro lordi

Viene inoltre riconosciuto un importo una tantum di 450 euro lordi in due tranche, 225 euro a gennaio e 225 a giugno, da riparametrare per i part time.

MA…

Il livello più diffuso è il D1 (cameriere ai piani e facchini), non il C2! L’aumento per la maggior parte dei dipendenti sarà in realtà di 180 euro lordi.

 

Aumenti salariali insufficienti e tardivi

L’incremento è del tutto insufficiente rispetto all’inflazione degli ultimi anni. Inoltre, i 180 € lordi non saranno immediati ma frazionati in 4 tranche che andranno a regime solo nel 2027. Ciò diluisce  l’impatto reale sulle buste paga, rendendo il miglioramento economico poco incisivo nell’immediato.

Premio di risultato incerto e non garantito

Il cosiddetto premio di risultato demandato alla contrattazione aziendale, seppur introdotto come obbligatorio, dipenderà da parametri come produttività e redditività, che possono essere facilmente manipolati dalle aziende per evitare di erogarlo. L’elemento di garanzia previsto in caso non si raggiunga un accordo per il premio è per la categoria D (la più comune), è una una tantum di 112 lordi Euro all’anno!

Gli enti bilaterali: una tassa mascherata sui lavoratori

Il sistema degli enti bilaterali, da sempre difeso dai sindacati confederali (CGIL, CISL e UIL), continua a essere un punto critico. Le aziende versano contributi agli enti bilaterali, anche con trattenute nelle buste paga dei dipendenti, ma il ritorno per i lavoratori è spesso inesistente o limitato a pochi servizi di dubbia utilità. Invece di destinare risorse direttamente ai salari, si perpetua un meccanismo che finanzia strutture burocratiche e para-sindacali, lasciando i lavoratori con meno soldi in busta paga.

Precariato e flessibilità selvaggia non risolti

Mentre nel rinnovo si spendono pagine e pagine sugli enti bilaterali, nulla viene sul principale problema nel settore: il precariato. Il turismo è già caratterizzato da appalti ed esternalizzazioni, contratti stagionali, part-time involontari, facilissimi trasferimenti da un albergo all’altro e altissima precarietà. Il rinnovo del CCNL non introduce alcuna misura che riduca la flessibilità imperante, lasciando campo libero alle aziende per continuare a sfruttare il lavoro precario senza reali vincoli.

Il 21 dicembre 2024, protetti dalla distrazione per le festività e senza alcuna reale assemblea dei lavoratori (noi di certo non ne abbiamo vista nessuna), i confederali hanno firmato l’ennesimo compromesso al ribasso, che tutela più gli interessi delle aziende che quelli dei lavoratori. Gli aumenti salariali sono minimi e dilazionati, i premi incerti, la precarietà non viene affrontata e gli enti bilaterali restano un meccanismo opaco che sottrae risorse ai lavoratori. In sintesi, un accordo che lascia intatte molte delle criticità storiche del settore, senza scalfire il dominio padronale sulla gestione del lavoro.

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