Per Cgil, Cisl e Uil un terzo dei dipendenti iscritti al sindacato
ma ora uno studio accademico mette in discussione di dati
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Corriere della Sera
di Rita Querzè
29 set 2023
Secondo l’indagine di Cyprien Batut, Usysse Lojkine e Paolo Santini per la Copenhagen business school gli iscritti al sindacato sarebbero il 22-25%
Uno studio accademico sta facendo discutere chi si occupa di rappresentanza. È stato condotto da Cyprien Batut, Usysse Lojkine e dall’italiano Paolo Santini per la Copenhagen business school. I tre ricercatori sono partiti con la loro indagine per trovare informazioni sulle caratteristiche di coloro che si iscrivono al sindacato in sette Paesi europei. Alla fine hanno individuato sull’Italia un’anomalia che è lo stesso Santini a illustrare. In sostanza, dagli anni ‘90 in poi si crea nel nostro Paese una discrepanza tra i dipendenti in servizio iscritti al sindacato dichiarati dai sindacati stessi, da una parte, pari al 32-33%, e le persone che in diversi sondaggi ufficiali si dichiarano iscritte al sindacato, pari al 22-25%. Gli iscritti al sindacato dichiarati dai sindacati sono quindi superiori di almeno una decina di punti rispetto a quelli riscontrati sul campo.
Il divario dagli anni Novanta
«Quando si tratta di verificare l’adesione al sindacato nei diversi Paesi l’Ocse prende per buoni i dati che vengono dichiarati in Italia dai tre sindacati confederali – spiega Santini -. Noi abbiamo affiancato a questo dato ufficiale quello che risulta da una serie di altri sondaggi sul campo (per esempio sondaggi post elettorali o, in generale, sondaggi per verificare le attitudini delle persone verso i corpi intermedi) in cui viene chiesto al campione degli intervistati se sono iscritti al sindacato o meno. Ne risulta che gli iscritti sarebbero appunto il 22-25% contro il 32-33 dichiarato dalle organizzazioni sindacali. Da notare: i sondaggi che abbiamo usato come comparazione individuano gli iscritti a Cgil, Cisl e Uil ma anche ad altri sindacati, quindi in teoria dovrebbero portare a una tasso di sindacalizzazione maggiore».
Record di sindacalizzazione nei Paesi scandinavi
Un tasso di sindacalizzazione del 30% rispetto alla media è decisamente elevato, la maggioranza dei Paesi considerati si trova attorno al 20%, in Europa si distinguono Paesi scandinavi e Belgio in cui esiste un sistema attraverso il quale è lo stesso sindacato a gestire il sussidio di disoccupazione. In Danimarca il tasso di sindacalizzazione raggiunge il 70%, in Svezia il 75%, Belgio e Norvegia sono attorno al 50, la Finlandia al 60. «La nostra indagine non ha nessuna pretesa di essere esaustiva», sottolinea Santini. “Di certo sindacalizzare le persone è diventato più difficile dagli anni ‘90 in poi, con un lavoro sempre più flessibile. Oggi poi c’è il lavoro organizzato dalle piattaforme. Tutte le indagini sul campo mostrano come quando il tasso di sindacalizzazione scende la disuguaglianza sale. Per questo varrebbe la pena fare un’indagine seria per capire come stanno le cose. E, se necessario, affrontare il problema».