CONTRO LA REPRESSIONE POLITICO – SINDACALE SUI LUOGHI DI LAVORO
SOSTENIAMO LE SPESE LEGALI DEGLI OPERAI LICENZIATI PER MOTIVI SINDACALI
Il licenziamento individuale per motivi politico-sindacali è uno degli strumenti più efficaci di cui dispone il padronato per cercare di depotenziare le lotte e i conflitti all’interno delle fabbriche. I padroni licenziano delegati, rls, dirigenti sindacali, lavoratori combattivi, ma anche quelli che si iscrivono a un sindacale conflittuale di base o soltanto “si permettono” di eccepire, magari in modo estemporaneo, su questioni legate al rispetto delle leggi e del contratto di lavoro. Oppure, in modo più subdolo, i lavoratori più combattivi vengono colpiti con provvedimenti disciplinari, mobbing, demansionamento o invio in reparti confino, per scongiurare il rischio che “contagino” altri lavoratori e li trascinino a opporsi ai soprusi.
La repressione aziendale è una questione collettiva e non deve essere più ridotta a “disgrazia” e a questione individuale. Dobbiamo organizzare e mobilitare la forza che hanno i lavoratori quando sono uniti e solidali e quando riescono a comprendere le ragioni della solidarietà di classe.
Sicuramente è un compito non facile ma è di primaria importanza per il futuro dei più giovani, per la difesa dei diritti e delle conquiste finora raggiunte.
Per questi motivi l’organizzazione sindacale FLMU – CUB di Frosinone ha lanciato una campagna nazionale di sottoscrizione per sostenere le spese legali degli operai licenziati per motivi politico-sindacali. A cominciare dal licenziamento del compagno Delio Fantasia, operaio Stellantis, ingiustamente licenziato un anno fa e condannato dal Tribunale di Cassino a pagare 8mila euro di spese legali.