Proposte dal convegno automotive

Comunicato stampa sulle proposte emerse dal convegno nazionale sull'automotive del 12 aprile scorso a Cassino.

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Sabato 12 aprile c.a., si è tenuto presso la sala consiliare del comune di Piedimonte San Germano il Convegno Nazionale sull’Automotive, che ha visto una nutrita partecipazione di lavoratori, associazioni sindacali e politiche. Oltre agli interventi dei dirigenti Nazionali e provinciali della FLMUniti-Cub, organizzatore del Convegno, si sono succeduti gli interventi dei segretari provinciali della Fiom-CGIL, della Fim-Cisl, degli operai della Ficomirrors di Benevento, della Sevel di Atessa, della Stellantis e della PMC Automotive di Melfi.

I dati illustrati dai professori Bubbico e Fassina, confermano il trend negativo e irreparabile per l’intera industria automobilistica italiana, compreso lo stabilimento Stellantis di Cassino. 

I ritardi che si sono accumulati negli ultimi quattro anni, da quando c’è stata la fusione tra Fca e Peugeot, renderebbero vane anche le soluzioni prospettate sul secondo costruttore automobilistico in Italia, che stimolerebbe un minimo di impulso e concorrenza nel settore, e sulla possibilità di tenere in vita gli stabilimenti produttivi a suon di contributi e incentivi, ovvero miliardi di euro di finanziamenti statali per qualche mese di produzione in più. Ritardi che chiamano in causa la classe dirigente politica nazionale e le organizzazioni sindacali tutte, e che ora si trascinano appresso tutta la manifattura dell’indotto, delle aziende terziarizzate e le società di servizio, ovvero l’intera economia dei distretti industriali dove insistono gli stabilimenti Stellantis in Italia. 

Le due proposte emerse durante il dibattito, se diventassero piattaforma comune delle associazioni politiche e sindacali dei territori, potrebbero rappresentare una svolta nel modo di concepire la politica industriale a partire proprio dalla produzione industriale.

La prima proposta attiene alla possibilità di riattivare un istituto nazionale di riconversione industriale, istituto di diritto pubblico, autonomo e indipendente dalle istituzioni e della politica, con all’interno i rappresentanti dei lavoratori, che valuti tutte le possibili riconversioni degli stabilimenti Stellantis in Italia e delle aree industriali dove ricadono gli stabilimenti, ad esclusione, ovviamente della riconversione dell’industria bellica. Qualora questa proposta dovesse risultare di difficile applicazione, si può utilizzare il Consorzio Industriale Regionale che, di concerto con la Regione Lazio e con le università pubbliche, assolva al compito della valutazione della riconversione industriale dei siti in dismissione. Del resto, proprio un anno fa la Commissione Regionale delle Attività Produttive svolse un sopralluogo presso lo stabilimento Stellantis di Cassino, e gli stessi componenti della commissione dichiararono di essere a disposizione di qualsiasi soluzione fattibile fosse stata proposta.

La seconda proposta, più immediata e a costo zero, è quella della sperimentazione della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario per tutti i lavoratori di tutte le categorie dei distretti industriali con stabilimenti Stellantis, ovvero Melfi, Mirafiori, Atessa, Cassino e Pomigliano, utilizzando in una prima fase i fondi per la Cassa Integrazione per stornarli verso un provvedimento strutturale che metterebbe in sicurezza i lavoratori e le famiglie delle aree industriali. Anche in questo caso, qualora le istituzioni nazionali dovessero ignorarne l’urgenza, la Regione Lazio può, anzi deve, avocare a sè la promulgazione di una legge regionale che redistribuisca l’orario di lavoro per tutti i lavoratori delle aree industriali in crisi. 

Continuare, come si sta facendo in questi ultimi mesi, a “produrre” soltanto licenziamenti, cassa integrazione ed esodi incentivati, ovvero a gestire l’esistente e la fase terminale dell’industria territoriale, e a non porsi delle soluzioni strutturali che garantiscano la manifattura dei nostri distretti industriali, vuol dire ignorare gli effetti negativi sull’economia che il ridimensionamento e la chiusura degli stabilimenti Stellantis avranno sui territori. 

Per questa ragione l’organizzazione sindacale FLMU-CUB reitera per l’ennesima volta la richiesta di un incontro con le altre organizzazioni sindacali di categoria per valutare piattaforme e iniziative comuni e per confrontarsi sulle soluzioni prospettate.

 

Cassino, 23/04/2025

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