Bandiere CUB Milano

PRIMA DELLA SCALA OGGI VE LA CANTIAMO NOI!

Giovedì 7 Dicembre 2023 alle ore 15.00 Presidio di lotta in Piazza della Scala – Milano

Come da tradizione il 7 dicembre politici e potenti di ogni risma si presenteranno per la prima della Scala a testimonianza della loro privilegiata classe sociale, sfoggiando davanti alle telecamere abiti firmati e gioielli preziosi.

 

Il 7 dicembre ci saremo anche noi per ricordare a questi signori da noi pagati, ad avviso di parecchi tra loro, appena appena il giusto, di occuparsi di comprendere quali siano i problemi del “popolo” che, lungi dall’essere un’entità astratta, è costituito in gran parte dalla massa di lavoratori dipendenti, la maggior parte dei quali gode di una retribuzione medio-bassa.  Negli ultimi tre anni i redditi da lavoro dipendente hanno subito un ennesimo durissimo colpo. Questa flessione dei salari reali ha ampliato in modo significativo il bacino dei lavoratori poveri e la quota di famiglie che si trova al di sotto della soglia di povertà assoluta e relativa.

All’interno di questo quadro piuttosto fosco, si collocano poi alcune aree foschissime. Per esempio, quella di particolare rilievo costituita da tre milioni e duecentomila dipendenti pubblici. Una massa non  trascurabile di cittadini  vessata da tante ingiustizie.

  • Fra le tante, quella di dovere attendere anni, fino ad oltre tre, la loro liquidazione dovuta dallo Stato. Parliamo al presente perché non ci risulta che dal 23 giugno 2023, quando la Corte Costituzionale si è espressa sulla materia, ad oggi, qualcosa sia cambiato in meglio.

Ricordiamo che la Corte ha messo nero su bianco i motivi della illegittimità del pagamento tardivo della liquidazione ai dipendenti pubblici, ma chi governa ha a cuore altre cose. Farebbe invece bene a sanare questa ingiustizia che, se fosse commessa da un comune cittadino, ricadrebbe nel reato di appropriazione indebita. Sebbene lo Stato non possa essere equiparato al comune cittadino, resta il fatto che trattenere ciò che spetta al lavoratore anziano che si avvia verso la pensione è un abuso grave: la liquidazione non è un regalo o un “benservito” generosamente elargito dal padrone-datore di lavoro, ma “salario differito” che spetta di diritto al lavoratore alla fine della sua carriera, tutto quanto intero e in tempi molto brevi.   

  • Ai dipendenti pubblici in servizio viene inoltre negato il diritto di richiedere l’anticipo del TFR/TFS per spese mediche o per l’acquisto della casa, come invece sancito dall’art 2120 del codice civile.
  • Nella finanziaria 2024, per non farci mancare nulla, l’attuale Governo propone anche il taglio delle future pensioni dei dipendenti pubblici attraverso la modifica dei coefficienti di calcolo. Taglio  che da stime riguarderà oltre 700 mila lavoratori,  per circa 3,5 miliardi di euro entro il 2043. Facendo i calcoli, per una pensione di vecchiaia con 35 anni di contribuzione nel 2024 e 67 anni di età, ed una retribuzione di 30.000 euro annui lordi, si può raggiungere un taglio di 4.432 euro all’anno, che se proiettato fino all’attesa di vita media raggiunge un mancato guadagno pari a 70.912 euro. E’ fin troppo evidente che il taglio del valore delle pensioni è una sperimentazione che questo governo si appresta a fare oggi nei confronti dei lavoratori pubblici per poterla poi estendere a tutti gli altri lavoratori.

 

BASTA INGIUSTIZIE E VESSAZIONI PER I LAVORATORI PUBBLICI:

  • NO al taglio alle pensioni.
  • NO al sequestro della liquidazione.
  • SI all’anticipo del TFR/TFS.

 

Giovedì 7 Dicembre 2023 alle ore 15.00

Presidio di lotta in Piazza della Scala – Milano