Una cerimonia inopportuna, a fronte di tante inadempienze nel governo della scuola.
Il ministro Valditara sa bene che non omne quod licet honestum est. Oggi la scelta, lecita, del ministro, cioè quella di apporre una nuova targa nell’istituto Molinari di Milano per commemorare la morte violenta dello studente Sergio Ramelli, avvenuta cinquant’anni fa per mano di giovani aderenti ad una formazione della sinistra extraparlamentare, appare inopportuna almeno per tre motivi.
Primo motivo: di targa nell’istituto ce n’era già una, in biblioteca; secondo motivo, strettamente legato al primo: il Consiglio d’istituto ha deliberato, ed è la prima delibera del 2025, che la targa era adeguata a ricordare lo studente Ramelli e non si riteneva fosse necessario sostituirla; terzo motivo: non ci risulta che il ministro abbia preso analoghe iniziative per ricordare studenti militanti di sinistra uccisi da militanti di destra. Sembra quasi che la violenza negli anni Settanta sia stata una caratteristica della sinistra extraparlamentare, quando invece tutti sappiamo a quali stragi aberranti portò la violenza della destra extraparlamentare, implicata nella strategia della tensione.
Perciò, in assenza di una analoga commemorazione dei morti dell’altra parte, meglio sarebbe stato limitarsi alla targa già esistente e non contrapporsi al giudizio autonomo della scuola, espresso a chiare lettere nella delibera del Consiglio d’Istituto. La prudenza doveva quindi consigliare al ministro e alla sottosegretaria di non forzare la mano. La sottosegretaria ha scritto da poco una postfazione ad un libro su Ramelli, rievocando tempi in cui anche lei si sentiva insicura per la sua militanza di estrema destra. A quel passato è rimasta legata, visto che pochi mesi fa celebrava la Marcia su Roma, e non esitava a inneggiare al “fascismo immenso e rosso”.
Noi diciamo che indietro non si deve tornare: siamo preoccupati del corso reazionario che il governo della scuola italiana sta prendendo. Valditara vuole imprimere una accelerazione al ritorno alla scuola di classe con la “filiera del 4+2”, con l’enfasi data a tutti gli elementi sanzionatori, con la svolta tecnocratica legata al PNRR. Intanto le scuole sono quelle di sempre, fatiscenti ma con “ambienti innovativi per l’apprendimento”, insicure, con classi troppo numerose nonostante il calo demografico. E i lavoratori della scuola restano sottopagati; i docenti se la devono vedere con il burn out causato da un lavoro che mette a dura prova e da un dirigismo che spesso e volentieri fa uso di sanzioni; il precariato è sempre al 20%, come tanti anni fa; l’esercito, precario anch’esso, di insegnanti di sostegno aumenta di anno in anno e nessuno dei responsabili ministeriali si interroga sulle cause; il PCTO resta al suo posto nonostante le proteste degli studenti. L’unico orizzonte di senso che il ministero propone per la scuola è quello di un lavoro futuro (che non c’è).
In questa situazione reintrodurre faziosamente elementi di scontro ideologico è soltanto un escamotage per evitare la soluzione dei problemi veri. I principali li abbiamo elencati, ma non sono i soli. Si dia da fare, caro ministro, e magari ci pensi prima di farsi accompagnare da una sottosegretaria che predilige il saluto fascista ma, come abbiamo recentemente visto in televisione, ignora cosa siano le GPS.
GIOVEDI’ 13 MARZO PARTECIPIAMO AL PRESIDIO CON GLI STUDENTI
ORE 9.00 ISTITUTO MOLINARI (Via Crescenzago 110 – MM2 Cimiano)