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Metalmeccanici: aumento di 137,52 € a giugno ma attenti!

Aumenti di 137,52€ in arrivo a giugno per il contratto dei Metalmeccanici,
ma i superminimi sono problematici.

Il 7 giugno l’Istat ha comunicato che la previsione del valore dell’inflazione Ipca, depurato dai costi energetici importati, relativo a giugno 2024, è del 6,9%.

Sulla base del dato di previsione 2023 succede che gli aumenti del CCNL Federmeccanica-Assital risultano per la seconda volta notevolmente superiori a quelli già previsti nel contratto del 2021.

Aumenti e minimi in vigore dal 1 giugno 2024 la fregatura in agguato

Ex cat

Nuovi livelli

Aumento giugno 2023

Minimi giugno 2024

2

D1

111,00

1719,67

3

D2

123,09

1906,99

3s

C1

125,75

1948,18

4

C2

128,41

1989,38

5

C3

137,52

2130,56

5s

B1

147,40

2283,65

6

B2

158,14

2449,99

7

B3

176,55

2735,18

8

A1

180,78

2800,71

 

La federmeccanica già il 23 di maggio aveva previsto questa stima e nelle settimane scorse aveva tentato di convincere Istat, senza riuscirci, affinché annunciasse una stima inferiore.

Attenzione però al ripetersi delle fregature così come avvenuto nel 2023

Infatti Il CCNL Meccanici prevede che:

a decorrere dal 1 gennaio 2017, gli aumenti dei minimi tabellari assorbono gli aumenti individuali riconosciuti successivamente a tale data, salvo che siano stati concessi con una clausola espressa di non assorbibilità, nonché gli incrementi fissi collettivi della retribuzione eventualmente concordati in sede aziendale dopo tale data.

Questo aveva fatto si che circa il 40% dei lavoratori nel 2023 si era visto azzerare gli aumenti salariali, sia perché avevano superminimi assorbibili, sia parchè erano stati fatti contratti interni.

Adesso FIM-FIOM e UILM, memori di questa fregatura, che loro stessi avevano voluto nel 2017, nella piattaforma per il rinnovo del contratto hanno chiesto di toglierla.

Occorre intervenire da subito con le aziende per impedire gli assorbimenti

Bene gli aumenti, ma non è tutto oro quello che luccica

Il valore IPCA non rispecchia l’aumento reale dell’inflazione che è molto superiore. La stessa Istat scrive il 7 giugno che il peso applicato per depurare (ovvero detrarre) la dinamica dei prezzi energetici importati è pari al 2,95%. Questo vuol dire che il recupero salariale previsto è più basso dell’inflazione. Comunque il valore su cui si fanno gli aumenti è una previsione, che dovrà essere poi confermata nel 2025. Un calcolo complicato per dire che nulla è certo.

Si conferma ancora una volta che è necessario un meccanismo semplice di adeguamento dei salari all’inflazione (tutta e non solo una parte).

Maggio 2024
Cub Legnano