Un altro scippo a salari e pensionI

MERCATO LIBERO PER GAS E LUCE: NO GRAZIE

Con la fine del servizio di maggior tutela per il settore elettrico e del gas, da gennaio 2024, milioni di famiglie saranno obbligate a passare al mercato libero nel quale una pletora di fornitori avranno la possibilità di spartirsi profitti alle spalle di lavoratori, pensionati e ceti popolari che poco hanno da contrattare.

 

Può darsi che utenti forti siano in grado di contrattare condizioni migliori ma certo la gran parte di consumatori pagherà ciò che sarà loro richiesto e non sarà in grado di cercare l’offerta migliore (se esiste).

 

Gas ed elettricità vanno considerati beni comuni ed essenziali ed in questa ottica lo stato deve garantirne la disponibilità ed un prezzo definito, dipendente dal solo prezzo delle materie prime. Chi poi volesse acquistare da altri e non dallo stato, libero di farlo.

 

Centrali elettriche, reti di distribuzione e altri accessori sono state costruite da società pubbliche, poi privatizzate, con soldi pubblici ed ora si continua a farle pagare in ogni bolletta come se fossero state messe in piedi con propri investimenti.

 

Per l’ultra liberismo – secondo il quale il più forte vince, il mercato sistema tutto e chi non ce la fa cazzi suoi – le politiche di welfare sono una perdita di tempo; la sbornia delle privatizzazioni con la quale si è aperta ai privati la strada del profitto anche sui servizi, ha fatto grossi danni e deve essere contrastata e superata.

 

Bisogna definire una politica energetica nazionale nella quale contino i bisogni dei cittadini e non gli interessi particolari, a partire da quelli europei che impongono cosa va fatto come se non avessimo capito perché lo dobbiamo fare.

 

Lavoratori, pensionati e ceti popolari perdono potere d’acquisto causa l’inflazione, il blocco dei salari e delle pensioni ma anche dall’aumento scriteriato degli affitti, dei trasporti, della cura una volta gratuita, delle tariffe e dei servizi. Nel mercato libero un consumo annuo di gas di 1400 metri cubi, costa mediamente 994 euro annui in più.

 

In questo momento di incertezza e forte impoverimento delle famiglie, specialmente dei redditi medi e bassi, sono tutti clienti vulnerabili!

 

La CUB chiede il mantenimento e miglioramento del mercato tutelato per chi lo ritiene più adeguato alla sua condizione economica e l’avvio di una discussione sulla politica energetica, sui servizi e sul welfare.

La Cub ritiene necessario preservare i bonus e le agevolazioni nel settore del gas e ripristinare la sterilizzazione degli oneri di sistema anche nel settore dell’energia elettrica.

 

Milano, Novembre 2023