Legge di bilancio 2025: il Governo vende illusioni

Il 15 ottobre il Consiglio dei Ministri ha approvato la legge di bilancio per il 2025 e il 22 ottobre il testo è stato presentato alle Camere. Vediamo i contenuti più rilevanti di questa proposta.

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  1. Finalmente si tassano gli extra profitti delle banche. FALSO!!!

I 3,5 miliardi che verranno recuperati non sono tasse per le banche, ma solo il “differimento” di deduzioni che le stesse potranno recuperare tra due anni.

  1. Vengono aumentate le pensioni basse. FALSO!!!

Le pensioni minime avranno un “extra-aumento” del 2,2% per il 2025 e 1,3% per il 2026. Per il 2025, ciò significa un aumento di 3 €, passando a 617 €. Per la rivalutazione delle pensioni si avrà:

  • una rivalutazione del 1,6% per le pensioni pari o inferiori a 4 volte il minimo.
    • del 90% dell’1,6% per le pensioni superiori a 4 volte ma uguali o inferiori 5 volte il minimo.
    • del 75% dell’1,6% per le pensioni superiori a 5 volte il minimo.


La rivalutazione del 90% e 75%, però, si farà solo sulla parte di pensione che supera di 4 volte il minimo e non su tutta la pensione, come era invece nel 2024.

  1. Che vengono favoriti i redditi bassi. FALSO!!!

Vengono confermate le aliquote per scaglioni di reddito:
•  Fino a 28.000 € aliquota del 23%; da 28.000 a 50.000 € aliquota del 35% ; oltre 50.000 € aliquota del 43%.

Per i lavoratori con un reddito fino a 20.000 € è confermato il taglio del cuneo contributivo; per i redditi fino a 8.500 € il taglio è del 7,1%; da 8500 a 15.000 € il taglio è del 5,3%, mentre da 15.000 fino a 20.000 € il taglio è del 4,8%.

Per i redditi da 20.000 a 40.000 invece il cuneo contributivo si trasforma in una detrazione d’imposta.

  • da 20.000 a 32.000 € la detrazione sarà di 1.000 € in cifra fissa.
  • da 32.000 a 40.000 la quota di 1.000 € va calando fino ad azzerarsi a 40.000 € con una formula prevista (ad esempio se uno ha un reddito di 39.000 il credito d’imposta diventa di 125 €).

La riduzione dei contributi trattenuti in busta paga, oggi fa guadagnare apparentemente: il “guadagno” di oggi si traduce infatti in una perdita per il domani, visto che a minori contributi corrispondono pensioni più basse.

  1. Vengono aumentate le risorse per la sanità. FALSO!!!

Il fabbisogno del servizio nazionale sanità viene incrementato di 1.202 milioni € per il 2025, 5.078 milioni € per il 2026, 5.780 milioni € per il 2027. L’incremento è comprensivo delle risorse necessarie per i rinnovi contrattuali.

In realtà le cifre indicate servono soltanto a garantire la situazione odierna. In percentuale la cifra spesa per la sanità va diminuendo invece che aumentare. Così come sono poche le risorse dedicate ai rinnovi dei contratti.

  1. Che si difendono i servizi sociali. FALSO!!!

Dal 2025 le assunzioni possibili nei servizi pubblici saranno solo del 75% dei pensionamenti, significa quindi meno insegnanti, meno addetti ai servizi locali, meno ispettori fiscali o del lavoro.

Viene prevista una riduzione della spesa di 1,5 miliardi € in tre anni. Nella tabella allegata alla legge spicca la diminuzione di 194,4 milioni di € della spesa per istruzione e università, meno 84,8 milioni € per la cultura, meno 23 milioni € per la salute e meno 85,4 milioni € per l’ambiente.

Queste riduzioni determinano la riduzione dei servizi erogati ai cittadini. Impressionante la riduzione della istruzione e cultura che significa di fatto una diminuzione del personale scolastico.

 

  1. Che si rinnoveranno i contratti dei lavoratori pubblici. MA NON DICE CHE:

Per il triennio 2025-2027, per la contrattazione collettiva dei dipendenti pubblici sono stanziate le seguenti risorse: 1.755 milioni € per il 2025, 3.550 milioni € per il 2026 e 5.550 milioni € dal 2027.

Tali importi sono comprensivi dei contributi previdenziali e corrispondono a circa il 6% a fronte di una inflazione reale che nel triennio è vicina al 10%, quindi il rinnovo c’è ma in perdita!

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