- Finalmente si tassano gli extra profitti delle banche. FALSO!!!
I 3,5 miliardi che verranno recuperati non sono tasse per le banche, ma solo il “differimento” di deduzioni che le stesse potranno recuperare tra due anni.
- Vengono aumentate le pensioni basse. FALSO!!!
Le pensioni minime avranno un “extra-aumento” del 2,2% per il 2025 e 1,3% per il 2026. Per il 2025, ciò significa un aumento di 3 €, passando a 617 €. Per la rivalutazione delle pensioni si avrà:
- una rivalutazione del 1,6% per le pensioni pari o inferiori a 4 volte il minimo.
• del 90% dell’1,6% per le pensioni superiori a 4 volte ma uguali o inferiori 5 volte il minimo.
• del 75% dell’1,6% per le pensioni superiori a 5 volte il minimo.
La rivalutazione del 90% e 75%, però, si farà solo sulla parte di pensione che supera di 4 volte il minimo e non su tutta la pensione, come era invece nel 2024.
- Che vengono favoriti i redditi bassi. FALSO!!!
Vengono confermate le aliquote per scaglioni di reddito:
• Fino a 28.000 € aliquota del 23%; da 28.000 a 50.000 € aliquota del 35% ; oltre 50.000 € aliquota del 43%.
Per i lavoratori con un reddito fino a 20.000 € è confermato il taglio del cuneo contributivo; per i redditi fino a 8.500 € il taglio è del 7,1%; da 8500 a 15.000 € il taglio è del 5,3%, mentre da 15.000 fino a 20.000 € il taglio è del 4,8%.
Per i redditi da 20.000 a 40.000 invece il cuneo contributivo si trasforma in una detrazione d’imposta.
- da 20.000 a 32.000 € la detrazione sarà di 1.000 € in cifra fissa.
- da 32.000 a 40.000 la quota di 1.000 € va calando fino ad azzerarsi a 40.000 € con una formula prevista (ad esempio se uno ha un reddito di 39.000 il credito d’imposta diventa di 125 €).
La riduzione dei contributi trattenuti in busta paga, oggi fa guadagnare apparentemente: il “guadagno” di oggi si traduce infatti in una perdita per il domani, visto che a minori contributi corrispondono pensioni più basse.
- Vengono aumentate le risorse per la sanità. FALSO!!!
Il fabbisogno del servizio nazionale sanità viene incrementato di 1.202 milioni € per il 2025, 5.078 milioni € per il 2026, 5.780 milioni € per il 2027. L’incremento è comprensivo delle risorse necessarie per i rinnovi contrattuali.
In realtà le cifre indicate servono soltanto a garantire la situazione odierna. In percentuale la cifra spesa per la sanità va diminuendo invece che aumentare. Così come sono poche le risorse dedicate ai rinnovi dei contratti.
- Che si difendono i servizi sociali. FALSO!!!
Dal 2025 le assunzioni possibili nei servizi pubblici saranno solo del 75% dei pensionamenti, significa quindi meno insegnanti, meno addetti ai servizi locali, meno ispettori fiscali o del lavoro.
Viene prevista una riduzione della spesa di 1,5 miliardi € in tre anni. Nella tabella allegata alla legge spicca la diminuzione di 194,4 milioni di € della spesa per istruzione e università, meno 84,8 milioni € per la cultura, meno 23 milioni € per la salute e meno 85,4 milioni € per l’ambiente.
Queste riduzioni determinano la riduzione dei servizi erogati ai cittadini. Impressionante la riduzione della istruzione e cultura che significa di fatto una diminuzione del personale scolastico.
- Che si rinnoveranno i contratti dei lavoratori pubblici. MA NON DICE CHE:
Per il triennio 2025-2027, per la contrattazione collettiva dei dipendenti pubblici sono stanziate le seguenti risorse: 1.755 milioni € per il 2025, 3.550 milioni € per il 2026 e 5.550 milioni € dal 2027.
Tali importi sono comprensivi dei contributi previdenziali e corrispondono a circa il 6% a fronte di una inflazione reale che nel triennio è vicina al 10%, quindi il rinnovo c’è ma in perdita!