Nel 2025 le pensioni minime saranno di 616,67 € con un aumento di 1,9 € rispetto al 2024. Tutte le altre pensioni avranno un aumento dello 0,8%, rivalutazione piena fino a 4 volte il minimo, 90% da 4 a 5 volte il minimo e 75% oltre 5 volte il minimo.
Pensione di Vecchiaia Pubblico e privato: servono 67 anni di età. Non c’è finestra
Per i lavoratori autonomi occorre aggiungere 6 mesi.
Limiti di accesso. Si può accedere alla pensione di vecchiaia con 20 anni di contributi se il valore della pensione è pari o superiore all’importo della pensione sociale (538,68 €).
Nel caso non ci fossero i contributi sufficienti per raggiungere il valore della pensione minima per la pensione di vecchiaia a 67 anni, dal 2025 è possibile computare assieme alla prima rata di pensione il valore teorico della rendita della previdenza complementare.
Pensione anticipata si può accedere alla pensione a 64 anni con almeno 20 anni di contributi se il valore della pensione è superiore a 3 volte il valore della pensione sociale ridotto a 2,8 per le donne con un figlio e a 2,6 volte per le donne con due o più figli. Comunque il valore della pensione non può superare il limite di 5 volte il minimo. Per la pensione anticipata è prevista una finestra di 3 mesi.
Somma contributi Inps e pensioni integrative Dal 2025 coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1996 in poi e vanno in pensione anticipata a 64 anni possono sommare il valore della pensione integrativa a quello Inps per superare 3 volte il minimo. (es. se la pensione inps è di 1200 € al mese e la pensione integrativa è di 450 € al mese la somma è 1650 € mese e permette di superare 3 volte il minimo). In questo caso servono 25 anni di contributi elevati a 30 anni nel 2026.
Pensione di anzianità Servono 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne
Per i lavoratori autonomi occorre aggiungere 6 mesi in più. Confermata la finestra di 3 mesi per la decorrenza della pensione. Coloro che hanno maturato i requisiti dal 01 gennaio 2025 andranno in pensione il 01 aprile 2025.
Riscatto periodi non coperti da retribuzione In via sperimentale per gli anni 2024 e 2025 i lavoratori che hanno iniziato a lavorare dal 1996 (in regime contributivo) ci sarà la possibilità di riscattare periodi di lavoro non coperti da contributi per un massimo di 5 anni. Per i lavoratori del settore privato l’onere può essere sostenuto dal datore di lavoro e in questo caso può essere detratto dal reddito d’impresa.
Proroga fino al 31-12-2025 dell’ape sociale a cui possono accedere coloro che hanno compiuto 63 anni e 5 mesi e rientrino nelle seguenti categorie:
- Disoccupati perché licenziati o che hanno avuto un contratto a termine con 30 anni di contributi;
- lavoratori con 30 anni di contributi che assistono il coniuge o un parente conhandicap grave
- persone conriduzione della capacità lavorativa pari almeno al 74% e 30 anni di contributi
- lavoratori impiegati inmansioni usuranti: in totale sono 23 mansioni previste.
Le mansioni usuranti sono le seguenti: operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici, conduttori di gru, di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni, conciatori di pelli e di pellicce, conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante, conduttori di mezzi pesanti e camion, professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro a turni, addetti all’assistenza di persone in condizioni di non autosufficienza, professori di scuola pre-primaria, facchini, addetti allo spostamento merci ed assimilati, personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia, operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.
In tutti i casi i requisiti sono ridotti, per le donne di 12 mesi per ogni figlio, per un massimo di 2 anni. L’APE sociale non può superare i 1500 euro mensili, è compatibile con redditi da lavoro che non superino gli 8mila euro annui.
Proroga della “opzione donna” per coloro che hanno maturato i requisiti di 61 anni di età e 35 di contributi entro il 31-12-2024. Rimane la finestra di 12 mesi per le lavoratrici del privato e 18 mesi per le autonome. L’età sarà ridotta di un anno se hanno un figlio e due anni se hanno due figli. Per accedere alla opzione donna occorre rientrare in uno dei seguenti casi:
- assistono da almeno 6 mesi coniuge o parenti di primo grado che beneficiano della legge 104.
- Hanno una invalidità superiore al 74 %.
La riduzione dell’età a 59 anni si applica anche alle donne che sono licenziate o dipendenti da aziende in crisi per le quali è aperto il tavolo presso il ministero del lavoro. La pensione è calcolata interamente con il sistema contributivo.
Quota 103 possono accedervi coloro che nel 2025 hanno compiuto 62 anni di età e 41 anni di contributi. In questo caso la pensione è calcolata interamente con il sistema contributivo e il valore non può superare 4 volte il minimo.
Per i lavoratori di aziende private, se hanno maturato il diritto entro il 31-12-2024 la finestra è di 3 mesi, se invece il diritto è maturato nel 2025 la finestra è di 7 mesi
Per i lavoratori del pubblico impiego: se hanno maturato i requisiti entro il 31-12-2024 la finestra è di 6 mesi, se invece il diritto è maturato nel 2025 la finestra è di 9 mesi
I lavoratori che hanno maturato quota 103 possono rinunciare all’accredito dei contributi previdenziali. In conseguenza di ciò il datore di lavoro non li verserà all’Inps e corrisponderà l’equivalente ai lavoratori.
Aumento finestre di uscita pensioni pubblici dipendenti per coloro la cui pensione è liquidata a carico della Cassa per le pensioni ai dipendenti degli enti locali (CPDEL), della Cassa per le pensioni ai sanitari (CPS), della Cassa per le pensioni agli insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate (CPI) e della Cassa per le pensioni agli ufficiali giudiziari, agli aiutanti ufficiali giudiziari ed ai coadiutori (CPUG) la finestra è 3 mesi se maturata entro il 31 dicembre 2024, 4 mesi se maturata entro il 31 dicembre 2025, 5 mesi se maturata entro il 31 dicembre 2026, 7 mesi se maturata entro il 31 dicembre 2027 e 9 mesi se maturati dal 1° gennaio 2028 »
Questo interessa circa 700 mila lavoratori.
Lavoratori impiegati in attività gravose e usuranti Hanno diritto alla pensione con 41 anni di contributi le seguenti categorie: maestre di asilo, infermieri delle sale operatorie e sale parto, edili, gruisti, camionisti, macchinisti ferrotranviari, addetti alle pulizie, conciatori di pelli, addetti all’assistenza di invalidi, operatori ecologici, operai dell’agricoltura, della zootecnica e pesca, pescatori dipendenti o soci di cooperativa, lavoratori siderurgici di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature, marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marinie nelle acque interne.
Isopensione per ristrutturazioni Esso consente alle aziende e ai lavoratori di anticipare, di comune accordo, la risoluzione del rapporto di lavoro. Interessa esclusivamente le aziende che hanno più di 15 dipendenti. Inoltre, è necessario che tra azienda, INPS e sindacati sia raggiunto un accordo di esodo.
L’anticipo può avvenire fino a 7 anni. (3 anni nel caso di pensione con quota 103) La recente Legge di Bilancio ha prorogato tale misura fino al 31 dicembre 2025. In questo caso il costo è interamente a carico delle aziende
contratto di espansione e ristrutturazione sostiene l’innovazione tecnologica con un mix di misure che comprendono:
- un piano di assunzionidi lavoratori qualificati e specializzati,
- scivoli per la pensione fino a 5 anni, per quei lavoratori che accettano la proposta,
- riduzione dell’orario di lavoro (fino al 30%) con Cigs per i lavoratori che non hanno i requisiti per accedere allo scivolo;
- un piano di formazioneper i dipendenti
La soglia di accesso riguarda le aziende che hanno più di 50 dipendenti solo per le aziende che associno alle nuove assunzioni uno scivolo per i lavoratori più vicini alla pensione.
Lavoratori precoci: I Lavoratori che hanno almeno 12 mesi di contributi versati prima dei 19 anni, possono andare in pensione con 41 anni di contributi se rientrano nei seguenti casi:
- disoccupati perché licenziati oppure che hanno avuto un contratto a termine a condizione che abbiano lavorato 18 mesi negli ultimi 3 anni.
- lavoratori che assistono coniuge o parenti di primo grado con handicap grave,
- lavoratori con riduzione della capacità lavorativa del 74%,
- lavoratori con mansioni usuranti da almeno sette anni negli ultimi 10 anni ovvero 6 anni negli ultimi 7 (le tipologie di mansioni usuranti sono le stesse previste per l’APE).