Due assemblee straordinariamente partecipate, come non accadeva da anni al Gleno, hanno finalmente scoperchiato un enorme disagio e sancito la fine della sopportazione delle intollerabili condizioni lavorative che affliggono l’intero sistema organizzativo, pesando in modo insostenibile sulla vita dei lavoratori, sia dentro che fuori dal luogo di lavoro. Carichi di lavoro insostenibili, continui richiami in servizio durante i riposi, turni provvisori continuamente modificati, atteggiamenti irrispettosi e denigratori da parte dei responsabili delle unità operative nei confronti dei dipendenti, e molte altre problematiche.
L’assemblea era stata convocata per sottoporre al voto la proposta dell’amministrazione di rinnovo del contratto aziendale, un contratto che inizialmente aveva l’obiettivo di armonizzare i due contratti applicati in struttura, ma che si è rivelato fallimentare e assolutamente insufficiente per i lavoratori. In sostanza, troppo poco rispetto al troppo che i lavoratori sono costretti a dare, sacrificando le loro forze fisiche e mentali per portare avanti la struttura.
La pazienza dei lavoratori è arrivata al capolinea. Alla prima occasione utile per dire “basta”, l’hanno fatto con fermezza. Hanno respinto il rinnovo del contratto, riconoscendolo come l’ennesima beffa perpetrata dall’amministrazione, e hanno contestato con forza anche la gestione sindacale delle organizzazioni firmatarie di numerosi rinnovi del contratto decentrato.
Come Cub, non essendo firmatari di tale contratto non possiamo che esprimere il nostro pieno sostegno ai lavoratori. I lavoratori hanno ragione: è giunto il momento di dire basta, di aprire finalmente quel “vaso di Pandora” che è stato per troppo tempo occultato da una patina di falsità e di dissimulazione, indegna e distante dalla realtà vissuta quotidianamente da chi lavora al Gleno.
Nei giorni 9 e 10 dicembre si terrà un referendum tra i lavoratori per approvare o respingere la proposta aziendale di rinnovo del contratto. Qualunque sia l’esito del referendum, siamo convinti che oggi ci siano tutte le condizioni oggettive e, soprattutto, la determinazione per rivendicare con forza migliori condizioni economiche e un pieno rispetto per il lavoro svolto.
Come organizzazione sindacale, ci mettiamo a disposizione dei lavoratori, pronti a supportarli con tutti gli strumenti necessari per portare avanti questa legittima rivendicazione. Le minacce da parte della direzione della Fondazione non ci spaventano. I lavoratori, consapevoli dei loro diritti e degli enormi sacrifici fatti per far andare avanti la Fondazione, non piegheranno la schiena di fronte all’ennesimo tentativo di zittire il loro legittimo disagio.