Le università e il mondo della ricerca sono, ormai da decenni, investite da un processo di riforme neo liberali che si traducono nella progressiva riduzione dei fondi, nell’aumento della precarietà e nel continuo ricorso all’esternalizzazione di molte funzioni fondamentali: dai servizi bibliotecari alle pulizie, al portierato. Su questa linea si pongono la riforma Bernini, i tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario (-500 milioni), la riduzione degli stanziamenti di bilancio per i prossimi tre anni (-700 milioni), la cancellazione del piano straordinario di assunzioni avviato dall’ex ministra Messa.
La riforma Bernini è attualmente sospesa (ma non ritirata) a causa delle fortissime proteste che si erano levate e di un esposto presentato alla Commissione Europea. Si tratta quindi di una prima parziale vittoria e dell’indicazione che il solo percorso possibile per invertire la rotta è far crescere la mobilitazione e la protesta nelle Università e nel Paese riunendo i lavoratori e le lavoratrici che si vorrebbero frammentare in una miriade di figure professionali in concorrenza tra loro.
La riduzione dei fondi pubblici è intesa ad orientare le Università e i centri di ricerca verso i finanziamenti esterni ponendo il nostro sistema di formazione superiore al servizio di un complesso di interessi che punta cinicamente ad aumentare i profitti privati senza alcun riguardo verso l’interesse collettivo. Non a caso gran parte di questi progetti non prestano attenzione verso la qualità della ricerca e della didattica ma si orientano sugli interessi delle industrie, della “difesa delle frontiere” o sulla corsa al riarmo.
Rimettiamo il sistema universitario e della ricerca al servizio della collettività, rifiutiamo la corsa verso la guerra, contrastiamo la precarietà del lavoro.
Il 12 maggio scioperiamo per dire chiaro e forte:
- Basta tagli. Chiediamo il raddoppio del Fondo di Finanziamento Ordinario;
- NO al ddl Bernini, no alla precarietà. Vogliamo stabilizzazione per tutte e tutti e un unico contratto post-dottorale;
- NO ad un’università arruolata nella guerra. Vogliamo costruire un’opposizione alla guerra a partire dall’università;
- NO al sistema di valutazione ANVUR e ai meccanismi premiali di ridistribuzione del FFO. Vogliamo un’università libera da criteri produttivistici;
- Basta con la frammentazione del sapere e della ricerca. Vogliamo didattica e ricerca svincolate da logiche belliche e di mercato.
- Stop al sistema delle esternalizzazioni. Vogliamo contratti stabili e dignitosi per tutte le figure del lavoro in università.
- Basta al carovita e ad affitti insostenibili. Vogliamo un vero diritto allo studio e all’abitare per tutte e tutti.
LUNEDI’ 12 MAGGIO ore 11.00 SOSTENIAMO IL PRESIDIO
delle lavoratrici e dei lavoratori all’Università Bicocca (Edificio U 6)
