La misura è colma: sciopero generale!

Venerdì 29 novembre la CUB e altre sigle del sindacalismo di base hanno proclamato sciopero generale nazionale per tutte le categorie pubbliche e private, una data che vede convergere anche Cgil e Uil.

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Venerdì 29 novembre la CUB e altre sigle del sindacalismo di base hanno proclamato sciopero generale nazionale per tutte le categorie pubbliche e private, una data che vede convergere anche Cgil e Uil. Migliaia di lavoratrici e lavoratori potranno così unirsi in una giornata di lotta contro associazioni datoriali e governo Meloni, congiuntamente impegnati ad attaccare il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni , a erodere i diritti sul lavoro, a reprimere duramente ogni tentativo di dissenso. Il clima repressivo  liberticida che stiamo vivendo in questo momento storico è evidente, ce lo dimostra il DDL 1660 sulla sicurezza che criminalizza il dissenso sociale.

Il 29 novembre sarà una giornata di lotta a difesa del potere d’acquisto dei salari, delle pensioni, dei diritti di lavoratori e lavoratrici e di resistenza contro il genocidio del popolo palestinese: due facce di un’unica guerra di classe.

I tagli allo stato sociale. La legge di bilancio anziché tassare gli extra profitti e condurre una seria lotta all’evasione fiscale, con la riduzione percentuale della spesa sanitaria, i forti tagli alla scuola e all’università pubbliche, l’aumento delle pensioni minime di soli 3 euro, colpirà duramente le fasce popolari, già brutalmente impoverite da un’inflazione da profitti.

La crisi mondiale del comparto dell’automotive e dell’intero indotto. La crisi dell’automotive ha assunto dimensioni globali ed è ad un passo dal precipizio: Volkswagen chiuderà due stabilimenti in Germania per un totale di 4700 posti di lavoro, Nissan ha annunciato un taglio di 9000 posti di lavoro, Michelin prospetta la chiusura di due fabbriche in Francia coinvolgendo 1200 operai, Stellantis vede il suo intero parco industriale in Italia in regime di cassa integrazione, l’indotto automotive sta chiudendo decine di fabbriche ed infatti in Italia la produzione nel 2024 si sta già dimezzando. Siamo di fronte a uno tsunami che lascerà per strada decine di migliaia di lavoratori e ricontratterà le condizioni di tutti gli altri, e che estorcerà ai governi fiumi di denaro pubblico.

I vertici di Cgil, Cisl e Uil a che gioco giocano? l’unità di sciopero tra tutti i lavoratori è un atto importante ma non possiamo risparmiare una dura critica all’operato dei vertici sindacali confederali: parlano di democrazia ma hanno pattuito regole liberticide ed escludenti sulla rappresentanza e concordato con Confindustria la tregua sindacale durante i rinnovi contrattuali; parlano di salari bassi ma hanno inserito nei Ccnl il meccanismo dell’Ipca che relega gli aumenti salariali a un indice aritmetico al ribasso; parlano di pensioni misere e sanità allo sfascio ma rivendicano la decontribuzione e la defiscalizzazione, anche tramite il welfare contrattuale, per dare oggi qualche soldo in più ai lavoratori a discapito della loro pensione di domani.  Promuovono lo scippo del Tfr dei lavoratori per co-gestirlo insieme alle aziende in  fondi d’investimento privati.

IL 29 NOVEMBRE SCIOPERIAMO

Per rimettere al centro il potere d’acquisto dei salari italiani fermi al palo da 35 anni. Una mobilitazione  che deve partire dal rinnovo dei CCNL con forti aumenti salariali di 300€ immediati.

Per porre fine al sistema criminale degli appalti e dei subappalti, catena di ipersfruttamento che erode  salari e diritti per arricchire padroni e padroncini senza scrupoli (vedi caporalato nelle campagne e negli hub della logistica).

Per respingere le regole liberticide sulla rappresentanza sindacale, che priva i lavoratori del diritto di scegliere da chi farsi rappresentare e riduce al lumicino, rendendolo inoffensivo, il diritto di sciopero.

CHIEDIAMO: PENSIONI DIGNITOSE DOPO 35 ANNI DI LAVORO;  DI BLOCCARE LE DELOCALIZZAZIONI INDUSTRIALI,

LA PRIVATIZZAZIONE DEI BENI COMUNI E DEI SETTORI ECONOMICI STRATEGICI; SANITÀ, ISTRUZIONE E TRASPORTI PUBBLICI E DI QUALITÀ; DI RIDURRE L’ORARIO A 32 ORE SETTIMANALI A PARITÀ DI SALARIO FINO AL RIASSORBIMENTO DELLA DISOCCUPAZIONE; LA LNAZIONALIZZAZIONE SOTTO IL CONTROLLO DEI LAVORATORI DELLE AZIENDE IN CRISI E L’INTERNALIZZAZIONE E STABILIZZAZIONE DEL PERSONALE PRECARIO; UNA LEGGE DEMOCRATICA SULLA RAPPRESENTANZA SINDACALE E L’EFFICACIA DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA; DI  FERMARE IL GENOCIDIO DEL POPOLO PALESTINESE E Uscire dalla guerra reinventando una politica europea autonoma, con investimenti nei settori della transizione verde e sostegno alla domanda..

 

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