In risposta alla chiamata delle lavoratrici e dei lavoratori precari dell’Università che intendono opporsi sia ai gravi tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario sia al progetto di riforma Bernini che peggiorano le condizioni di chi lavora nella ricerca, le federazioni CUB SUR e CUB FLAICA hanno proclamato presso TUTTE le Università italiane lo sciopero dei Ricercatori, delle Ricercatrici, del Personale Tecnico, Amministrativo e Bibliotecario e delle lavoratrici e dei lavoratori che, tramite appalto di servizi, a vario titolo operano nell’ambito dei servizi museali, bibliotecari, di portineria e pulizia per rivendicare:
– il raddoppio del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO)
– la stabilizzazione per tutte e tutti tramite apposite norme e un unico contratto post-dottorale
– il rifiuto del riarmo e ritiro del Decreto Sicurezza recentemente approvato
– la fine del sistema di valutazione ANVUR e dei meccanismi premiali di redistribuzione del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO)
– didattica e ricerca svincolate da logiche di mercato e da progetti privati e competitivi
– contratti stabili e dignitosi per tutte le figure che lavorano nell’Università, anche per chi lavora in appalto
– un vero diritto allo studio e all’abitare per tutte e tutti
Mentre governi e istituzioni internazionali discutono pericolosi piani di riarmo, sacrificando sull’altare di un possibile nuovo conflitto 800 miliardi di euro, il personale stabilizzato delle Università a fianco del personale precario e esternalizzato vuole opporsi collettivamente a una precarietà che subordina la ricerca al profitto e alla guerra, che svuota la formazione, rendendola funzionale solo alla riproduzione di forme di insicurezza e sfruttamento, le lavoratrici e i lavoratori dell’Università faranno vivere lo sciopero in ogni aula, dipartimento, Ateneo. Costruendo forme di blocco e di dissenso per un sapere messo a disposizione dell’interesse collettivo e per chiedere contratti stabili e dignitosi per tutte le figure che lavorano nell’università e la fine delle esternalizzazioni.
Comunicato delle Assemblee precarie
12 maggio: sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori precari dell’università contro tagli, guerra e precarietà
Il 12 maggio il precariato universitario sciopera a partire da lavoratrici e lavoratori della ricerca su cui si basa la produzione di conoscenza, insieme a chi con il proprio lavoro consente il regolare funzionamento dell’Università. Il 12 maggio è convocato uno sciopero intercategoriale dell’università, che coinvolge il lavoro precario e a termine, oltre ai lavoratori e alle lavoratrici esternalizzati/e o impiegati/e tramite appalto.
Scioperiamo contro l’entrata in guerra dell’università, sancita dai tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario a favore del settore della difesa e dall’entrata di enti privati e bellici come partner, sponsor, finanziatori e acquirenti di progetti di ricerca. Scioperiamo contro il Ddl Bernini, che prevede la moltiplicazione delle forme contrattuali per ricercatori e ricercatrici, favorendo la creazione di manodopera flessibile, non contrattualizzata e a basso costo. Scioperiamo contro le esternalizzazioni, la precarietà, l’assenza di garanzie che colpiscono lavoratori e lavoratrici in appalto, così come altre figure lavorative dell’Università. Con queste vogliamo dialogare perché pensiamo che se l’università produce beni immateriali, se essa si mette sul mercato, se la conoscenza viene destinata a supportare la guerra e il genocidio in Palestina, allora è possibile bloccarne la produzione.
Seppure la riforma Bernini sul pre-ruolo sia stata sospesa, essa non è ancora stata ritirata; il contratto di ricerca (79/2022) non è stato adeguatamente finanziato e risulta perciò inattuabile; non vengono presentate garanzie lavorative, né percorsi di reclutamento lavorativo stabile. Mentre l’UE firma un accordo per il riarmo da 800 miliardi, i tagli del FFO agli Atenei, insieme all’esaurimento dei fondi PNRR, stanno già comportando espulsioni dalle università di ricercatori, dottorandi, borsisti; la riduzione dei diritti e dei salari di lavoratori dipendenti; la tendenza ad esternalizzare mansioni di pulizia e di manutenzione degli spazi universitari.
Da ottobre, come lavoratrici e lavoratori precarie dell’università e della ricerca, abbiamo organizzato blocchi, presidi, forme di dissenso dinanzi alla riforma dell’università, interna a una più ampia ristrutturazione materiale e ideologica della società intorno agli imperativi dettati da guerra e genocidio. Abbiamo lottato per riappropriaci di un diritto costituzionale, quello dello sciopero, che non ci viene riconosciuto. La precarietà non è solo una condizione lavorativa di alcuni e alcune. Precarietà significa assenza di garanzie contrattuali, assenza di orario di lavoro, subordinazione della conoscenza, della ricerca e della formazione agli interessi del mercato e della guerra.
Il 12 maggio convochiamo ufficialmente lo sciopero nazionale delle componenti a termine dell’università, con assemblee sindacali per strutturati e dipendenti e indicazioni di sospensione della didattica. Facciamo vivere lo sciopero in ogni aula, dipartimento, Ateneo. Costruiamo forme di blocco e di dissenso per un sapere messo a disposizione dell’interesse collettivo.
Come Assemblee Precarie Universitarie contro tagli, guerra e precarietà, vogliamo:
1. Raddoppio del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO)
2. Stabilizzazione per tutte e tutti e un unico contratto post-dottorale
3. Rifiuto della guerra, del piano ReArm Europe e ritiro del Decreto Sicurezza
4. Fine del sistema di valutazione ANVUR e dei meccanismi premiali di redistribuzione del FFO
5. Didattica e ricerca svincolate da logiche di mercato e da progetti privati e competitivi
6. Fine delle esternalizzazioni e contratti stabili e dignitosi per tutte le figure che lavorano nell’università
7. Più borse di studio, mense e alloggi gratuiti per studenti e studentesse