Logo di CUB Milano.

Vertenza mensa una sconfitta totale n°2

CUB PUBBLICO IMPIEGO

Da subito appariva chiara l’unica intenzione dell’Amministrazione, quella di risparmiare sulle spese per il personale e stavolta l’attacco è stato diretto sul diritto al pasto completo.

  •  

L’ avevamo detto in tutte le salse che la vertenza sul diritto al pasto sarebbe stato una sconfitta, non certo perché in possesso della sfera di cristallo, ma per come è stata affrontata da molti dei sindacati interni al Comune di Milano, tra cui purtroppo anche alcuni di base.

Infatti anziché prendere il toro per le corna molte OO.SS hanno preferito iniziare sterili confronti sindacali sostenendo che ai tavoli si sarebbe potuto portare a casa qualcosa di buono.

Fra tutte le favole raccontate ai lavoratori, quella del ticket elettronico che avrebbe risolto tutti i mali, assicurando che sarebbe stato cumulabile e illudendo pertanto che avrebbe garantito una fonte di salario indiretto di circa 150€ mensili, spendibili non solo nei locali convenzionati ma anche nella piccola e grande distribuzione.

Tutte frottole, il Comune ha espresso chiaramente che la cumulabilità non fosse tra i suoi piani.

E dopo una marea di chiacchiere, abbiamo assistito anche all’ accordo in Prefettura tra CGIL, CISL, UIL, CSA, RSU e Comune di Milano del 19 luglio 2023, mentre l’assemblea generale del 12 luglio (appena sette giorni prima) aveva dato mandato agli stessi di non firmare l’accordo proposto dall’ Ente.

Ora però vediamo alcuni punti di come si articolerà il nuovo servizio di distribuzione dei pasti secondo il contratto di appalto tra Comune di Milano e “Pluxee” ex “Sodexo”:

Il ticket sarà di soli 7€, se il lavoratore sceglierà il pasto ridotto dovrà integrare 2€, per quello completo 3,5€

Totale incertezza, negli anni abbiamo assistito a numerosi esercizi che nonostante quanto previsto dall’appalto distribuivano pasti ridotti allo stesso prezzo, con piatti tris o meno portate c’è poi chi si è sempre rifiutato di fornire il pasto ridotto, ben sapendo dei controlli inesistenti del Comune.

Le distanze massime tra il posto di lavoro e i ristoratori aumenta da quattrocento metri a un chilometro.

Oltre al disagio per l’aumento della distanza e dei tempi di percorrenza è evidente che questa clausola ci descrive che sempre meno ristoratori aderiscono alla convenzione con Pluxee/Comune.

Nessuna cumulabilità dei ticket almeno fino al 2025 anche se l’Amministrazione non ha assicurato nulla, neanche dopo quella data.

E’ evidente, se tutta la manovra è puntata sul risparmio economico, risulta e risulterà più conveniente per il Comune mantenere la non cumulabilità.

Non abbiamo nessuna certezza sulla dislocazione dei punti ristoro né tantomeno quali catene della distribuzione accetteranno i ticket.

Mentre nell’industria privata vengono distribuiti ticket accettati da tutti gli esercizi commerciali, il Comune di Milano non garantirà il pari trattamento, evidentemente i ticket che ci daranno saranno meno appetibili per i commercianti.

 

Per concludere le nostre nefaste previsioni si sono avverate, gli esiti scontati, peccato che ancora una volta i sindacati di base non abbiano trovato una convergenza su una piattaforma comune, anzi alcuni hanno preferito accodarsi a quella dei sindacati istituzionalizzati, l’accordo in Prefettura ne è un chiaro esempio.

 

Ci troveremo nella totale incertezza, abbiamo perso un diritto fino ad oggi rimasto inviolato e questo deve far riflettere molto sulle scelte generali, sia per i sindacati di base non concertativi, sia per tutti i lavoratori.

 

                                                                                                                                                                                     Milano 23.04.2024