Bandiere CUB Milano

Lavoratrici e lavoratori Tis e Rmi lucani e sindacati CUB e USB

“Presidio davanti alla Regione Basilicata al 120° giorno di lotta”

Lavoratrici e lavoratori Tis e Rmi lucani in lotta e sindacati CUB e USB: “Nessuno tocchi la tenda delle lavoratrici e dei lavoratori Tis e Rmi in lotta”. Di seguito la nota integrale.

Qualcuno credeva che il presidio permanente dei lavoratori Tis e Rmi in lotta durasse meno tempo, noi per primi lo speravamo.

Ci auguravamo che piazzare una tenda in segno di protesta, giorno e notte, davanti il palazzo della giunta regionale lucana servisse a sensibilizzare l’animo di chi è chiamato a risolvere i problemi dei cittadini/lavoratori lucani, richiamandolo alle proprie responsabilità, ancor più se quei problemi sono nati proprio all’interno di quel palazzo.

Ma niente, il presidio permanente è arrivato al suo centoventesimo giorno di (r)esistenza e dalle istituzioni nessun cenno di interessamento concreto se non a loro vantaggio.

O meglio, ultimamente sembra se ne stiano interessando, pare che qualcuno abbia chiesto che la tenda venga smontata.

 

Quel simbolo che a malapena si intravede dai balconi del potere costituito evidentemente risulta sempre più ingombrante.

Da fastidio forse alla vista non certo alla coscienza di chi amministra il bene comune.

Evidentemente quel pezzo di stoffa blu con la scritta rossa ” Tis e Rmi Basilicata ” la leggono comunque in troppi,  soprattutto gli inquilini della giunta regionale, tradizionali habitué dell’aperitivo nel bar sottostante.

Forse gli va di traverso il tramezzino o lo spritz se girandosi distrattamente incrociano con lo sguardo quel simbolo di sfruttamento e ingiustizia sociale.

Vorrebbero eliminare la tenda e con sé la presenza ingombrante di chi vive lavorando a nero per le istituzioni per un misero sussidio di 550 euro mensili.

La tenda rimarrà dove si trova e i lavoratori Tis e Rmi continueranno a rivendicare un più che meritato contratto di lavoro a tempo indeterminato nella pubblica amministrazione,  se ne facciano una ragione i nostri governanti.

Noi siamo i primi che preferiremmo trascorrere questa estate altrove, in vacanza al mare anche in tenda, ma senza altra possibilità continueremo ad occupare quella sotto la regione.