Giornata nazionale morti sul lavoro

in 8 mesi 677 vittime, quasi 3 al giorno

https://tg24.sky.it/cronaca/2022/10/09/giornata-nazionale-morti-lavoro

Gli incidenti mortali sul lavoro in Italia, nei primi 8 mesi dell’anno, sono stati 677, con una media di quasi tre vittime al giorno. Rispetto al medesimo periodo del 2021, quando le vittime furono 772, si registra un sensibile calo del 12,3%. Questi sono i dati dell’Inail che sono stati diffusi dall’Anmil, a Fiume Veneto (Pordenone), in occasione della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro

Nel periodo tra gennaio e agosto 2022 si registra una media di 84 vittime al mese. Il totale è di 95 decessi in meno rispetto allo stesso periodo del 2021 che però risentiva dei tanti morti per Covid. I decessi non legati alla pandemia sono aumentati del 32%. Sono aumentate anche le denunce di infortunio totali: 484.561 (cioè 2.019 al giorno), +38,7% rispetto ai 349.449 dei primi otto mesi del 2021. Il maggior numero di infortuni mortali si è registrato nel settore delle costruzioni. Le malattie professionali sono state 39.367 (+7,9%)

“Lavorare non può significare porre a rischio la propria vita. Ecco perché la Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro è occasione preziosa per richiamare l’attenzione su un fenomeno inaccettabile in un Paese moderno che ha posto il lavoro a fondamento della vita democratica”, ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

“L’affermazione dei diritti sui luoghi di lavoro, primo quello alla vita, oltre che essere un termometro della vita civile, è un generatore di valore per la società, per i lavoratori, per le imprese”, ha aggiunto il Capo dello Stato in occasione della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro

“I numeri delle vittime degli incidenti sul lavoro, nonostante i numerosi provvedimenti normativi con i quali si è cercato, nel tempo, di prevenirli, sono allarmanti, drammatici”, ha scritto Mattarella in un messaggio al presidente dell’Anmil Onlus, Zoello Forni

All’Anmil ha inviato un messaggio anche il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando: “Quotidianamente siamo costretti ad aggiornare il triste contatore delle vittime sul lavoro, e anche se il dato statistico risulta in calo, non possiamo rassegnarci ad una logica quasi di assuefazione alle continue notizie di incidenti. Nella mia esperienza posso dirvi che ogni vittima lascia il segno. Tutte le vittime lasciano una ferita indelebile perché sono vite strappate ai loro affetti, alle loro famiglie, alla nostra società”

Orlando ha poi fatto il punto sugli interventi adottati dal governo: “Quello che ho imparato in questa esperienza, è che per quanto si agisca sul piano normativo, repressivo, dei controlli, questo è solo un fronte della battaglia. Un secondo piano, altrettanto importante, è quello culturale, della consapevolezza sia delle imprese che dei lavoratori. Proprio per questo ripeto che serve un grande patto sociale e culturale per riconoscere ai lavoratori la giusta dignità, i giusti trattamenti economici e di welfare, i diritti e standard adeguati di sicurezza

Il ministro del Lavoro ha ricordato come il governo abbia potenziato il personale in dotazione dell’INL. “Complessivamente nell’arco di alcuni mesi l’organico è stato rafforzato del 65%. Abbiamo aumentato i controlli, abbiamo creato un coordinamento “operativo” a livello territoriale tra INL, ASL, e altri organi di vigilanza per ispezioni coordinate, mirate ed efficaci ed evitando tra l’altro duplicazioni di interventi sulla medesima azienda. Siamo, come sapete, intervenuti in materia di formazione del datore di lavoro, del dirigente e del preposto”

Orlando ha spiegato che l’esecutivo è intervenuto “sugli appalti e anche nella governance di misure di un certo rilievo come il 110%. Con l’adozione del Durc di congruità abbiamo inciso fortemente sulla sicurezza in edilizia e mi auguro che possa essere mutuato anche in altri settori”

“Ho visto molte volte troppa retorica senza poi passare alla fase operativa”, ha aggiunto Fedriga, definendo la questione come “un tema difficile che non si risolve in un giorno”. Per Fedriga per troppo tempo “si è pensato di affrontare il problema della sicurezza sul lavoro semplicemente guardandolo dal punto di vista normativo”, con scarsi risultati. Meglio puntare sulla formazione e “far diventare la prevenzione strutturale dentro le fabbriche”, ha detto Fedriga