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LA CHIAMANO SICUREZZA MA SI LEGGE REPRESSIONE

COMUNICATO

Il governo a trazione neofascista e leghista ha varato gli ennesimi provvedimenti sulla “sicurezza”. Nessuno si lasci ingannare: non è la sicurezza sul lavoro che pure richiederebbe la dovuta attenzione, vista la continua sequela di incidenti troppo spesso mortali, che colpiscono lavoratori e lavoratrici. Non è neppure la messa in sicurezza dei territori il cui abbandono alla cementificazione e all’incuria si traduce in frane, alluvioni, crolli. E non è la sicurezza dagli abusi nelle manifestazioni attraverso l’approvazione del numero identificativo per gli agenti di polizia. Di che si tratta allora?

Di una nuova stretta repressiva nei confronti di alcuni comportamenti sociali, di un pericoloso via libera alla circolazione di armi e di una marchetta nei confronti dei sindacati di polizia. Infatti nel presentare i provvedimenti la sig.ra Meloni  ha chiarito che dei 5 mln previsti per il rinnovo dei contratti di tutto il pubblico impiego (3 milioni di persone), il 30% (1,5 mln) sarà usato per i soli corpi armati che complessivamente rappresentano appena il 16% del comparto .

 Vediamo nel dettaglio

  1. Si aumentano le pene per chi imbratta beni mobili o immobili in uso alle forze di polizia o ad altri soggetti pubblici e i blocchi stradali non saranno più puniti con una sanzione amministrativa ma diventano reati puniti col carcere (da 6 mesi a 2 anni) nel caso in cui vi concorrano più persone e il blocco sia stato preventivamente organizzato. Appare evidente l’intenzione di reprimere specifiche forme di protesta sociale usate principalmente dai lavoratori in lotta e dagli ambientalisti.
  2. Si aggravano le pene (maggiorazione di un terzo) per il reato di violenza, minaccia o resistenza a pubblico ufficiale quando questi sia un membro delle forze dell’ordine; lo stesso vale per chi causa loro lesioni personali (da 2 a 5 anni) o lesioni gravissime (fino a 16 anni).
  3. Gli agenti di pubblica sicurezza saranno autorizzati, senza ulteriori permessi, a detenere e portare in luogo pubblico, fuori servizio, un’arma diversa da quella d’ordinanza. Un regalo all’industria armiera e un pericolosissimo allargamento della quantità di armi in circolazione. Una misura del tutto improvvida se solo si considera la crescita di episodi in cui agenti di polizia hanno fatto uso improprio dell’arma di servizio.
  4. Le carceri italiane sono sovraffollate e le condizioni di vita al loro interno sono spesso indegne di un paese civile. La situazione è nota e denunciata periodicamente dal garante dei detenuti. A questo problema che richiederebbe investimenti e misure alternative il governo risponde aumentando le tipologie di reato: uno rivolto a punire chi organizza rivolte nelle carceri (da 2 a 8 anni) o vi partecipa (da 1 a 5 anni), un altro per chi istiga i detenuti alla rivolta mediante scritti a loro destinati, evidentemente nell’ossessione securitaria di Piantedosi & C. la libertà di parola è un optional. Le stesse pene si applicano nel caso in cui siano coinvolti i CPR, famigerati luoghi di detenzione illegale degli immigrati.
  5. Si introduce un nuovo reato (da 2 a 7 anni) contro l’occupazione di immobili e per la velocizzazione degli sfratti. Ancora una volta si risponde con la repressione ad un’emergenza sociale che richiederebbe invece ingenti investimenti nell’edilizia popolare: in Italia solo il 6% degli alloggi è ad edilizia popolare contro il 18% dell’UE.
  6. Aumenta la pena (da 2 a 6 anni) per il reato di truffa commesso ai danni di anziani e persone fragili e si potrà procedere all’arresto in caso di flagranza del reato. Si introducono misure di polizia aggravanti (provvedimenti del questore come il DASPO) per chi pratica il borseggio in stazioni, e metropolitane
  7. Resta il divieto di detenzione per le donne incinte e le madri dei bambini fino a un anno di età ma si potranno avviare al carcere le madri di figli in età compresa tra 1 e 3 anni, insieme ai loro bambini. Una misura che non avrà alcun effetto pratico contro la commissione di reati ma che sicuramente avvelenerà la vita di qualche centinaio di persone.
  8. Saranno incrementati gli organici delle forze armate “in coerenza con gli accresciuti impegni in ambito nazionale e internazionale” e, in perfetta continuità con quanto sperimentato durante la strategia della tensione, saranno protetti gli agenti segreti infiltrati che venissero coinvolti nella preparazione di attentati.

In sintesi Meloni prosegue la lunga marcia per la repressione del dissenso e per la criminalizzazione delle lotte sociali -iniziata già da alcuni anni con i Decreti Minniti e Sicurezza- e questi provvedimenti sono funzionali al vero progetto del suo governo: continuare indisturbati l’attacco  al reddito di lavoratori e disoccupati e la precarizzazione del mondo del lavoro (cancellazione del RdC, tassazione a favore dei ricchi, rifiuto del salario minimo, facilitazione del ricorso ai contratti a termine, liberalizzazione del lavoro somministrato).

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