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Inchieste Esselunga e Sicuritalia: IL SISTEMA DEGLI APPALTI E’ MARCIO

REINTERNALIZZAZIONE ORA!

Apprendiamo delle indagini nei confronti di Esselunga, colosso della grande distribuzione, e di Sicuritalia, azienda leader nella vigilanza.

La magistratura, analizzando la filiera degli appalti di servizi e manodopera, ipotizza per Esselunga il reato di “somministrazione illecita di manodopera” e “una complessa frode fiscale”; nei confronti di Sicuritalia, invece, l’ipotesi di reato è “sfruttamento del lavoro” al fine di proporsi sul mercato degli appalti con prezzi oltremodo competitivi.

In attesa di conoscere gli sviluppi delle inchieste, ci preme fare una osservazione.

 

La nostra organizzazione sindacale critica da sempre il “sistema degli appalti”, attraverso il quale le aziende committenti riducono i loro costi, esternalizzando la gestione di servizi e di manodopera a cooperative e a srl che applicano condizioni contrattuali e salariali peggiorative.

 

La paga del livello D del CCNL Servizi Fiduciari di 5,40 € lordi l’ora, non è “sicuramente proporzionata né alla qualità né alla quantità del lavoro prestato” per garantire una “esistenza libera e dignitosa” come scrive il Gip in riferimento all’inchiesta Sicuritalia; ma secondo noi non lo è neanche quella di tanti altri contratti collettivi che vengono applicati in questa giungla di precarietà, a partire dai 6,84 € lordi del 2° livello del sempre più diffuso CCNL Multiservizi, utilizzato per l’esternalizzazione di interi segmenti del terziario e dell’industria.

 

Le due indagini, pur essendo indipendenti, a nostro parere mettono però in risalto come il “sistema degli appalti”, caratterizzato da una continua corsa al ribasso per risparmiare, sia intrinsecamente caratterizzato da sfruttamento e illegalità, con lavoratori che si ritrovano nella costante incertezza della riassunzione, sballottati tra una cooperativa e l’altra, perdendo ogni volta pezzi di salario.

E’ sempre stato così: nelle aziende del pubblico, con le spending review, i primi a subire tagli ai loro orari di lavoro sono sempre stati i lavoratori degli appalti; nel settore alberghiero, durante la pandemia Covid, interi consorzi di outsourcing sono “scomparsi” dalla sera alla mattina, senza garantire la cassa integrazione e il pagamento delle spettanze ai propri dipendenti… Ed ora i riflettori si accendono anche sulla grande distribuzione e sulla vigilanza ed il copione pare essere sempre lo stesso: cooperative che nascono e muoiono per frodare l’erario, per non pagare i contributi, tfr e spettanze ai lavoratori; che tramite finte riunioni dei soci elaborano regolamenti interni per peggiorare le condizioni dei dipendenti; che non rispettano le normative su salute e sicurezza; che applicano condizioni lavorative da caporalato.

 

E’ un serpente che si morde la coda, perché milioni di euro in meno nelle casse dello Stato significano meno servizi pubblici…a cui le aziende “sopperiscono” fornendo welfare aziendale – cioè “risolvendo” un problema che avrebbero contribuito a creare, guadagnandoci per giunta altro risparmio fiscale dopo non avere versato il dovuto. Altro che eccessivo cuneo fiscale per i “poveri imprenditori”!

 

La nostra ricetta è: REINTERNALIZZAZIONE DI TUTTI GLI APPALTI, così da eliminare odiose differenziazioni tra i lavoratori e un sistema di scatole cinesi finalizzato a produrre solo sfruttamento.

Giugno, 2023