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I limiti per la pensione dal 2023

Rispetto al 2022 c’è la quota 103 ed è variata, in peggio, l’opzione donna

Sospeso l’adeguamento alla speranza di vita Con la circolare n° 28 del 18-2-2022 l’Inps ha chiarito che l’adeguamento alla speranza di vita è sospeso fino al 31-12-2024 per le pensioni di vecchiaia e fino al 31-12-2026 per le pensioni di anzianità e per i lavoratori precoci.


Pensione vecchiaia pubblico e privato

 

Servono 67 anni di età. Non c’è finestra.

NB Per i lavoratori autonomi occorre aggiungere 6 mesi in più.


Pensione di anzianità


Servono 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne


NB Per i lavoratori autonomi occorre aggiungere 6 mesi in più.


È istituita una finestra di 3 mesi per la decorrenza della pensione. Coloro che hanno maturato i requisiti dal 1 gennaio 2023 andranno in pensione il 1 aprile 2023.


Quota 103
Quota 103, 62 anni di età e 41 anni di contributi, viene introdotta per il solo 2023. Il diritto conseguito entro il 31-12-2023 può essere esercitato anche successivamente. Il trattamento è riconosciuto solo per le pensioni che hanno un valore mensile massimo non superiore a 5 volte il minimo di pensione.
Tale pensione in quota 103, fino al raggiungimento dei 67 anni di età, non è cumulabile con redditi da lavoro dipendente e autonomo mentre è cumulabile fino a 5000 € anno per i lavori occasionali.


Per i lavoratori di aziende private, se hanno maturato il diritto entro il 31-12-2022 la decorrenza sarà il 1 aprile 2023, se invece maturano i l diritto dal 1-1-2023 la finestra è di 3 mesi.


Per i lavoratori del pubblico impiego: se hanno maturato i requisiti entro il 31-12-2022 la decorrenza della pensione sarà il 1-8-2023; se invece maturano i requisiti dal 1 gennaio 2023 la finestra sarà di 6 mesi e comunque non prima del 1-8-2023.


incentivi per trattenere i lavoratori in servizio e rimandare la pensione I lavoratori che hanno maturato quota 103 possono rinunciare all’accredito dei contributi previdenziali. In conseguenza di ciò il datore di lavoro non verserà i contributi previdenziali e corrisponderà l’equivalente ai lavoratori.


Lavoratori impiegati in attività gravose e usuranti


Hanno diritto alla pensione con 41 anni di contributi le seguenti categorie
: maestre di asilo, infermieri delle sale operatorie e sale parto, edili, gruisti, camionisti, macchinisti ferrotranviari, addetti alle pulizie, conciatori di pelli, addetti all’assistenza di invalidi, operatori ecologici, operai dell’agricoltura, della zootecnica e pesca, pescatori dipendenti o soci di cooperativa, lavoratori del settore siderurgico di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature, marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marinie nelle acque interne.


Isopensione per ristrutturazioni
Esso consente alle aziende e ai lavoratori di anticipare, di comune accordo, la risoluzione del rapporto di lavoro.
Interessa esclusivamente le aziende che hanno più di 15 dipendenti. Inoltre, è necessario che tra azienda, INPS e sindacati sia raggiunto un accordo di esodo.
L’anticipo può avvenire fino a 7 anni. (3 anni nel caso di pensione con quota 102) La recente Legge di Bilancio ha prorogato tale misura fino al 31 dicembre 2023. In questo caso il costo è interamente a carico delle aziende


Contratto di espansione e ristrutturazione
Il contratto di espansione sostiene l’innovazione tecnologica tramite un mix di misure che comprendono:

  • un piano di assunzioni di lavoratori qualificati e specializzati,
  • scivoli per la pensione fino a 5 anni, per quei lavoratori che accettano la proposta,
  • riduzione dell’orario di lavoro (fino al 30%) con accesso alla Cigs per i lavoratori che non hanno i requisiti per accedere allo scivolo;
  • un piano di formazione per i dipendentiPer il 2022 e 2023 la Manovra Finanziaria abbassa la soglia di accesso alle aziende che hanno più di 50 dipendenti per le aziende che associno alle nuove assunzioni uno scivolo per i lavoratori più vicini alla pensione.


Ape sociale
L’anticipo pensionistico è una prestazione assistenziale a carico dello stato (APE sociale) senza alcuna penalizzazione futura.
Possono accedervi, fino al 31 dicembre 2023 le seguenti categorie di lavoratori:

  • Operai edili e dipendenti di imprese edili e affini con 32 anni di contributi
  • Ceramisti e conduttori di impianti per ceramica e terracotta con 32 anni di contributi
  • Disoccupati perché licenziati oppure che hanno avuto un contratto a termine a condizione che abbiano lavorato 18 mesi negli ultimi 3 anni, con almeno 30 anni di contributi.
  • lavoratori che assistono da almeno sei mesi il coniuge o un parente di primo grado con handicap grave: anche in questo caso, ci vogliono almeno 30 anni di contributi;
  • persone con riduzione della capacità lavorativa pari almeno al 74%, e 30 anni di contributi
  • lavoratori impiegati in mansioni usuranti da almeno sette anni negli ultimi 10 anni ovvero 6 anni negli ultimi 7, con almeno 36 anni di contributi.
  • Le mansioni usuranti sono le seguenti: operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici, conduttori di gru, di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni, conciatori di pelli e di pellicce,conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante, conduttori di mezzi pesanti e camion, professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni, addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza, professori di scuola pre-primaria, facchini, addetti allo spostamento merci ed assimilati, personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia, operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.

In tutti i casi i requisiti sono ridotti, per le donne di 12 mesi per ogni figlio, per un massimo di 2 anni. L’APE sociale non può superare i 1500 euro mensili, è compatibile con redditi da lavoro che non superino gli 8mila euro annui.


Lavoratori precoci:
I Lavoratori che hanno almeno 12 mesi di contributi versati prima dei 19 anni, possono andare in pensione con 41 anni di contributi se rientrano nei seguenti casi:

  • disoccupati perché licenziati oppure che hanno avuto un contratto a termine a condizione che abbiano lavorato 18 mesi negli ultimi 3 anni.
  • lavoratori che assistono coniuge o parenti di primo grado con handicap grave, lavoratori con riduzione della capacità lavorativa del 74%,
  • lavoratori con mansioni usuranti da almeno sette anni negli ultimi 10 anni ovvero 6 anni negli ultimi 7 (le tipologie di mansioni usuranti sono le stesse previste per l’APE).

Opzione donna:
La Proroga fino al 31-12-2023 vale per coloro che hanno maturato i requisiti di 60 anni di età e 35 di contributi
entro il 31-12-2022 anche se la decorrenza sarà nel 2023. Rimane la finestra di 12 mesi per le lavoratrici del privato e 18 mesi per le autonome.
L’età sarà ridotta di un anno se hanno un figlio e due anni se hanno due figli.
Per accedere alla opzione donna occorre rientrare in uno dei seguenti casi:
a) assistono da almeno 6 mesi coniuge o parenti di primo grado che beneficiano della legge 104.
b) Hanno una invalidità superiore al 74 %.
La riduzione dell’età a 58 anni si applica anche alle donne che sono licenziate o dipendenti da aziende in crisi per le quali è aperto il tavolo presso il ministero del lavoro.