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GIULIANO, GIUSEPPE, LORENZO. QUANTI ALTRI MORTI PRIMA DI FINIRLA CON L’ALTERNANZA?

COMUNICATO STAMPA

Ieri lo studente Giuliano De Seta è morto in un luogo dove non doveva stare: una fabbrica. È morto a 18 anni investito da una lastra d’acciaio, in singolare analogia con Lorenzo Parelli, altro studente in stage, morto perché travolto da una pesante trave. Nel solo 2022 è il terzo studente che muore durante uno stage aziendale, un dato inaccettabile così come è inaccettabile la strage che si consuma quotidianamente sui posti di lavoro e che in quest’anno conta già 1.080 vittime.
Il ministro Bianchi ha dichiarato di aver “appreso con dolore della tragedia”. Lo invitiamo a riflettere sul concetto di “scuola affettuosa” che gli è tanto caro e registriamo che questa volta ha mostrato il buon gusto di non promettere l’apertura di un inutile tavolo per la sicurezza, come aveva fatto dopo la morte dello studente Le Noci. Da quel fantomatico tavolo, ovviamente, non è sortito alcun provvedimento concreto.
Il fatto è che Giuliano non doveva essere in fabbrica ma stare a scuola e lì formarsi come cittadino, imparare quei diritti e quei doveri che ci distinguono dai sudditi, primo fra tutti il diritto a un lavoro sicuro e ad uno stipendio dignitoso.
La morte di Giuliano ci addolora e suscita rabbia perché si poteva e si doveva evitare. Basta capire che la scuola non deve preparare al lavoro disponibile (scarso, precario, insicuro e sottopagato) ma deve piuttosto proporsi come luogo di organizzazione delle conoscenze, formazione di coscienze critiche, educazione all’affermazione dei diritti civili e sociali. Perciò ogni forma di alternanza scuola lavoro, comunque denominata, deve finire. Come sempre saremo al fianco degli studenti nella battaglia per far cessare questo lavoro non retribuito che costituisce un altro passo nella soggezione della scuola alle esigenze dell’impresa; permette l’esternalizzazione dei costi di formazione dei lavoratori, che sono posti a carico della spesa pubblica; diventa un’occasione di “formattazione” delle nuove generazioni all’ordine sociale esistente nel quale il lavoro e infine la vita stessa si devono considerareperennemente a rischio pur di garantire i profitti.
CUB Scuola Università Ricerca
il coordinatore nazionale
Natale Alfonso