CONTRO L’ADESIONE AL TUR DEL 10 GENNAIO 2014
CONTRO L’OMOLOGAZIONE AL SISTEMA DOMINANTE
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La CUB tutta ha sempre fondato la sua azione su una concezione positiva del conflitto sociale, quale mezzo di regolazione democratica degli interessi diversi presenti nella nostra società e, quindi, su un’idea alta della contrattazione e del ruolo del sindacato: non uno strumento di mediazione, ma protagonista della trasformazione sociale.
Il Testo Unico sulla Rappresentanza del 10 gennaio 2014, invece, rappresenta l’ultimo tentativo, in ordine di tempo, finalizzato a togliere ogni valore alla rappresentatività reale e alla capacità di lotta dei lavoratori, cercando di omologare il sindacato di base al modello dominante.
PROVIAMO A SPIEGARE COSA INTENDIAMO QUANDO PARLIAMO DI “OMOLOGAZIONE AL SISTEMA DOMINANTE”
– TI OMOLOGHI PERCHE’ ACCETTI ELEZIONI NON DEMOCRATICHE, PIEGATE AGLI INTERESSI DI CGILCISLUIL. Il TUR è disseminato di condizionamenti volti a rendere le RSU dei terminali del sistema confederale. Per esempio, nella stragrande maggioranza dei CCNL, solo le segreterie di CGIL-CISL-UIL possono decidere se e quando indire le elezioni (CCNL Commercio, DMO, Turismo, Industria Turistica, Igiene Ambientale, Industria Alimentare ecc…) ed è ormai giurisprudenza consolidata che questa restrizione del “diritto di indizione” sia giuridicamente legittima.
Tale problema si era già presentato nel rapporto tra ultimi rinnovi dei CCNL e gli Accordi Interconfederali del 93/94. In Esselunga – azienda che ancora non applica il TUR – dove siamo uno dei primi sindacati per iscritti a livello nazionale e dove abbiamo condotto campagne di lotta contro la “normalizzazione” del lavoro domenicale, i confederali già da tempo evitano scientificamente di indire le elezioni nei negozi in cui siamo presenti, preferendo nominare le RSA così da escluderci.
– TI OMOLOGHI PERCHE’ ACCETTI UNA CONTRATTAZIONE VUOTA. Firmando il TUR accetti che la contrattazione aziendale avvenga solo per le materie delegate e con le modalità previste dai CCNL. Ciò significa, in primo luogo, contrattare su quasi nulla se non premi di risultato, welfare aziendale e meccanismi per ampliare la flessibilità, così da favorire la produttività aziendale. Inoltre accetti che la titolarità della contrattazione di II° livello sia: nel peggiore dei casi, solo delle strutture territoriali di CGILCISLUIL (come nel CCNL Multiservizi); nel “migliore”, delle RSU con il controllo dei funzionari di CGILCISLUIL oppure delle RSA di CGILCISLUIL con il controllo dei loro funzionari. Significa mortificare in partenza i nostri diritti di rappresentanza ed escludere un possibile ruolo attivo e rivendicativo del nostro sindacato.
– TI OMOLOGHI PERCHE’ ACCETTI DI NON FAR VALERE PIU’ LA TUA EFFETTIVA ED AUTONOMA RAPPRESENTATIVITA’. Il TUR è anche un tentativo, piuttosto arrogante, di riscrivere in chiave restrittiva la sentenza n° 231/2013 della Corte Costituzionale; accettare che la contrattazione sia di titolarità esclusiva di CGILCISLUIL, significa: auto-escluderci, limitare la possibilità di nominare RSA autonome e combattive, restringere le possibilità di presentare una causa quando veniamo esclusi discriminatoriamente. Firmare il TUR, quindi, non facilita né il riconoscimento delle RSA, né l’accesso al tavolo di trattativa, per un sindacato realmente conflittuale: sono leggende metropolitane.
– TI OMOLOGHI PERCHE’ ACCETTI UN SISTEMA SANZIONATORIO CONTRO IL DISSENSO. Il TUR prevede la possibilità di applicare sanzioni a chi mette in atto azioni, di qualsiasi natura (scioperi, manifestazioni, cause, volantini di critica ecc…), volte a “compromettere il regolare svolgimento dei processi negoziali […] nonché l’esigibilità e l’efficacia dei contratti collettivi”. Tali sanzioni potranno essere inserite nei CCNL oppure disposte da un Arbitrato e potranno comportare non solo la perdita delle “agibilità sindacali” e della partecipazione alle trattative, ma anche avere conseguenze pecuniarie.
E’ proprio per paura di queste possibili sanzioni che i funzionari dei sindacati che hanno firmato il TUR, ben spesso tirano le orecchie ai loro delegati quando vogliono scioperare e contrastare l’azienda. Infatti, negli ultimi anni, abbiamo assistito alla costituzione di veri e propri tribunali nei sindacati, che hanno represso i delegati che si opponevano ai rinnovi contrattuali peggiorativi (come il caso dei 16 RSA alla FIAT espulsi dalla FIOM tra Termoli, Melfi, Atessa nel 2016. Il Contratto Nazionale Aziendale della FIAT, detto CCSL, è stato il testo e l’esperienza di riferimento a cui si è ispirata la stesura del TUR).
– TI OMOLOGHI PERCHE’ APPROVI, ANCHE POLITICAMENTE, I RINNOVI CONTRATTUALI DI CGIL-CISL-UIL, COMPRESI QUELLI “PIRATA”. Firmare il TUR significa dover accettare implicitamente e remissivamente gli accordi firmati a maggioranza (con le regole falsate che abbiamo già ricordato). Se firmati dalle RSU non possono neanche essere sottoposti a referendum. Certo che è un bel regalo ai padroni, in un momento storico in cui la maggior parte dei rinnovi si caratterizzano per essere in pejus, cioè che peggiorano i diritti dei lavoratori!
Ma questo, a CGIL-CISL-UIL, non sempre basta! Nel regolamento elettorale per le RSU del settore Igiene Ambientale – redatto in attuazione del TUR – è richiesto che il sindacato accetti “esplicitamente”, cioè per iscritto, il CCNL. Ricordiamo che tale contratto è stato il primo ad aver violato il principio civilistico dell’ “irriducibilità della retribuzione”: cioè ha aumentato l’orario di lavoro da 36 a 38 ore settimanali, senza adeguati aumenti dello stipendio, comportando quindi un danno economico ai lavoratori.
Noi, quindi, rivendichiamo orgogliosamente di stare fuori da quelle RSU. Come è possibile conciliare lo stare in un sindacato di base che si dichiara conflittuale e accettare uno dei peggiori rinnovi contrattuali della storia?
“OMOLOGARSI AL SISTEMA DOMINANTE”, SIGNIFICA SNATURARSI, DIVENTANDO UN SINDACATO DI MEDIAZIONE, CHE NON FA PIU’ VALERE I RAPPORTI DI FORZA CON LA CONTROPARTE, MA IL CUI UNICO OBIETTIVO E’ ESSERE INVITATO A TAVOLI INFORMATIVI PER PROMUOVERE LA PRODUTTIVITA’ AZIENDALE O INTERCEDERE IN FAVORE DI PICCOLE QUESTIONI E PROBLEMI INDIVIDUALI DEI LAVORATORI.
La CUB è il sindacato che, più coerentemente, ha compreso che in Italia vige un sistema falsato della rappresentanza sindacale, antidemocratico e discriminatorio, finalizzato a consentire il monopolio associativo a CGIL-CISL-UIL, così che possano firmare accordi peggiorativi per i lavoratori garantendo al contempo la pace sociale, espellendo qualsiasi forma di conflitto dai luoghi di lavoro e di dissenso dalla società. Il TUR è, per ora, solo l’ultimo tassello di un sistema che continuerà, inevitabilmente, a proseguire nella sua strada di restrizione dei diritti dei lavoratori. Firmare il TUR, significa omologarci, e quindi abbandonare la battaglia contro questo sistema: una battaglia che non abbiamo ancora perso! Di seguito spieghiamo il perché, in realtà, la battaglia non l’abbiamo neanche veramente iniziata:
- a) Già dall’Assemblea Nazionale della CUB del 2016 era stata indicata la necessità di “attivare iniziative legali mirate”, sulla base della sentenza n°231/2013 della Corte Costituzionale, per intervenire sulla problematica della rappresentanza sindacale, oltre che di elaborare una proposta di legge sulla democrazia nei luoghi di lavoro.
Dal 2014 ad oggi, la CUB nazionale non ha mai attivato una strategia operativa e di coinvolgimento dell’apparato dei legali, lasciando alle federazioni dei singoli territori l’onere di arrangiarsi gestendo la problematica. Avremmo dovuto intasare la magistratura di cause, così da far esplodere la contraddizione, facendo emergere la necessità di una legge realmente democratica sulla rappresentanza sindacale, come auspicato, nella sentenza, dalla Corte Costituzionale stessa.
Inoltre, in merito alla nostra proposta di legge sulla rappresentanza sindacale, l’ultima elaborata è degli anni ’90; a seguito dell’Assemblea Nazionale non si è mai sviluppato un lavoro di elaborazione e di campagna politica sull’argomento.
- b) La commissione costituita nell’ambito del Coordinamento Nazionale CUB per discutere dei problemi della rappresentanza sindacale, studiare tali problematiche ed elaborare soluzioni, non è MAI stata riunita.
- c) Infine, sono ancora in atto alcune cause in cui rivendichiamo l’incostituzionalità dell’attuale falsato sistema della rappresentanza sindacalo o il diritto, in quanto sindacato significativamente rappresentativo, a non poter essere esclusi dalle trattative. Alcune sono proprio promosse da noi, la Flaica di Milano. Queste potrebbero aprire nuovi scenari e l’eventuale adesione al TUR potrebbe anche avere, su di esse, conseguenze giudiziali devastanti.
Pertanto, nel ribadire il nostro convinto NO all’adesione al TUR, come già fatto durante il congresso nazionale di Sorrento, riteniamo urgente, e non più rinviabile, la convocazione della commissione confederale e del gruppo dei nostri avvocati, per mappare le realtà dove è possibile presentare delle cause e fornire un supporto logistico e legale alle categorie territoriali impegnate nelle vertenze.
Milano, aprile 2022