6 ANNI FA CI LASCIAVA PIERGIORGIO TIBONI, FONDATAORE DELLA CUB

NOI VOGLIAMO PROVARE A RICORDARLO CON LE SUE PAROLE…

Per noi la lotta è tra vari gruppi o classi per la redistribuzione del reddito e del potere all’interno della società e siamo convinti che i ceti popolari abbiano ancora un insufficiente reddito e potere; conseguentemente pensiamo che si debba operare per togliere ad altri ceti reddito e potere per aumentare quello della classe operaia intesa nel senso più largo. Pensiamo anche che questo non sia realizzabile con illusori scambi politici o patti sociali che dir si voglia, ma con gli strumenti della lotta e della contrattazione ai diversi livelli che devono essere messi al servizi di un progetto di cambiamento radicale della società.

La stessa grave crisi dell’unità sindacale è il prodotto della linea politica seguita non fosse altro perché un appiattimento sulle istituzioni assegna al rapporto con i partiti, al governo, alle controparti e non ai lavoratori, un peso determinante per la salvaguardia dell’umanità e dei contenuti rivendicativi.

(Azimut – Sull’Accordo del 22.01.1983)

L’obiettivo che ci ponevamo allora, e che ancora oggi la FLMUniti – CUB si pone, era quello di costruire un sindacato, fortemente radicato nelle fabbriche e nella società, con la sua azione basata sul conflitto e sulla contrattazione a tutti i livelli: mantenendo inoltre questo agire concreto all’interno di un progetto organico di società, fondato su principi di uguaglianza, di solidarietà e di giustizia sociale. Un progetto ambizioso che puntava alla costruzione di un Sindacato di Classe indipendente dal quadro politico dei governi, non subalterno alle scelte dei padroni, dei partiti e dei governi, tendenzialmente maggioritario tra i lavoratori.

(Il Coraggio di volare, p. 118, 2015)

Per la CUB la conquista di una stabile ed effettiva democrazia nei luoghi di lavoro è essenziale anche per il mantenimento della democrazia nella società. Infatti se milioni di lavoratori per la maggior parte del loro tempo attivo vengono costretti a subire metodi autoritari, ciò crea le condizioni perché quel modello pervada l’insieme della società. […] Se non manteniamo questi obiettivi la controffensiva culturale del padronato e dei suoi ideologi e propagandisti ci toglieranno l’aria per respirare. Alcuni sprovveduti sostengono che è possibile utilizzare l’intesa del 10 gennaio 2914 per la difesa degli interessi dei lavoratori sostenendo che senza partecipare alle elezioni delle RSU come previste dall’intesa in questione, non sia possibile svolgere un’azione di tutela dei lavoratori. Per noi, invece, l’intesa del 10 gennaio 2014 rappresenta, in ordine di tempo, l’ultimo tentativo di omologazione del sindacato di base al modello dominante e toglie ogni valore alla rappresentatività reale e alla capacità di lotta dei lavoratori.

(Il Coraggio di volare, pp. 126 – 127, 2015)

 

FlaicaUniti – CUB di Milano e prov.