1° MAGGIO DI LOTTA A MILANO
FERMARE LA GUERRA - AUMENTARE SALARI E PENSIONI - CONTRASTARE PRECARIETÀ E CAROVITA
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Le condizioni di vita e di lavoro peggiorano giorno dopo giorno da trent’anni: lavoratori, pensionati e ceti popolari sono stati le vittime delle politiche liberiste del padronato e dei governi che hanno impoverito le masse e arricchito i soliti noti.
I salari attuali sono più bassi di quelli del 1990, la pensione viene erogata sempre più tardi ed è sempre più bassa, i lavori sono sempre più poveri e malpagati, l’occupazione non cresce e le ore lavorate sono inferiori a quelle del 2007.
Negli ultimi due anni a tali politiche si sono aggiunte la pandemia, la guerra e l’aggravarsi della crisi climatica ed ambientale che hanno dato nuova spinta alla speculazione, creato nuovi muri, aumentato il costo delle materie prime, energia e beni alimentari; di conseguenza si è scatenata una ulteriore rapina sui già miseri salari con l’inflazione al 12/15%, facendo sparire la tredicesima e buona parte di un’altra mensilità.
Il nuovo governo lascia le aziende libere di fare ciò che vogliono, ferma i salari e poi concede condoni, meno tasse ai ricchi, aumenta la precarietà ed elimina il reddito di cittadinanza.
Milano rappresenta la punta più avanzata di un sistema di sfruttamento diffuso, dove dietro agli eventi, alle vetrine sfavillanti, al lusso di facciata e al consumismo più sfrenato, si nasconde un sistema di precarietà diffusa che vuole negare ai lavoratori e agli strati popolari i fondamentali diritti vitali, privatizzando e mercificando ogni bene comune e servizio pubblico.
In Francia, Inghilterra, Germania sono partite lotte importanti per aumentare i salari e per impedire che a pagare la crisi siano ancora una volta i lavoratori. Anche in Italia c’è la necessità di rilanciare l’iniziativa per uscire dalla guerra, modificare le condizioni di vita di lavoratori, pensionati e ceti popolari e bloccare il degrado economico del paese; di fronte alla subalternità complice del sindacalismo confederale, il sindacalismo di base e conflittuale deve assumersi il compito di organizzare questa lotta, rivendicando:
- L’aumento dei salari e delle pensioni; introduzione del salario minimo di 12 euro l’ora, una legge sulla rappresentanza sindacale e sull’efficacia dei contratti.
- L’indicizzazione automatica dei salari all’inflazione reale (Scala mobile). Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Cancellazione dei contratti precari.
- Una programmazione economica attiva da parte dello Stato, per arrestare il declino industriale, attuare una riconversione ecologica dei processi produttivi e tutelare l’occupazione; pubblici sulla Scuola, Trasporti, Welfare, Sanità, investimenti.
- Rilancio di un piano strutturale di edilizia residenziale pubblica.
- Stop alle privatizzazioni e ai subappalti, tariffe per luce, gas, acqua e beni comuni sottratte al mercato, definite e calmierate dallo stato.
Ricordiamo ai giovani, ai delusi dall’individualismo, che le condizioni di vita del paese sono migliorate solo sotto la spinta dei lavoratori e con le loro lotte. Ai padroni interessano i profitti e va bene che a pagare siano sempre gli ultimi; anche stavolta tutto dipenderà dalle nostre lotte, da ciò che saremo in grado di trasmettere e dalla concretezza delle prospettive che proponiamo.
La CUB di Milano, insieme al sindacalismo di base e conflittuale e ad altre realtà sociali di movimento, promuove un…
CORTEO ALLE ORE 15.00
concentramento in Piazza XXIV Maggio (M2 P.ta Genova)